SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La crisi del settimo anno, a quanto pare, non c’è stata. Nonostante la pioggia, il vento e le trombe marine che nelle ore precedenti avevano rischiato di comprometterne la realizzazione, la Notte Bianca 2010 ha soddisfatto tutti, dal Comune agli stessi organizzatori, entusiasti per la validità commerciale dell’evento.

«In quanto a incassi ci troviamo di fronte alla giornata più importante dell’anno», ha dichiarato Vincenzo Amato, supportato da alcuni negozianti del centro intenti a snocciolare dati sulla serata del 31 luglio. «E’ andata meglio delle altre edizioni e alle cinque di mattina c’erano ancora dei clienti negli esercizi. Il movimento economico della nottata si aggira sugli 8 milioni di euro».

Una gratificazione giustificata pure dagli ottimi risultati conseguiti sul versante dell’ordine pubblico, come ha tenuto a puntualizzare il vicesindaco Di Francesco: «Sotto il profilo della pulizia c’è stata efficienza; la Picenambiente ha svolto un ottimo lavoro. Riguardo alla campagna anti-alcol fa invece piacere constatare il calo dei casi di sbronza rispetto a dodici mesi fa».

Tutti felici dunque, anche se la mancata proposizione all’una dei fuochi artificiali ha lasciato l’amaro in bocca a molti: «Purtroppo il mare era mosso, abbiamo aspettato fino all’ultimo istante prima di annullarli. Non ci sarà modo di recuperarli, ricreare quella situazione sugli scogli sarebbe impossibile, anche perché si trattava di uno spettacolo pirotecnico abbinato alla musica».

Ora lo sguardo si sposta inevitabilmente al 2011, con Amato e soci intenzionati ad ampliare ulteriormente il campo d’azione: «Vorremmo rendere partecipi pure Via Piemonte e Viale De Gasperi, senza dimenticare un nostro pallino che da sempre è il Paese Alto. L’associazione è aperta a tutti, accettiamo suggerimenti e consigli».

Idee che andranno comunque discusse con una nuova amministrazione comunale e probabilmente un nuovo sindaco, qualora Gaspari non venisse rieletto nella prossima primavera. Prospettiva che non intimorisce l’organizzazione: «In sette anni ci siamo confrontati con due primi cittadini e un commissario. Siamo abituati e preparati a tale situazione».