L’AQUILA – Daniela Stati, assessore all’Ambiente, Rifiuti e Protezione Civile della Regione Abruzzo ha rassegnato le dimissioni per via dell’inchiesta che la vede coinvolta su presunte corruzioni nell’ambito della ricostruzione post-terremoto. E’ di nuovo bufera politica nella Regione Abruzzo.

Il governatore Gianni Chiodi ha ricevuto la lettera di dimissioni al termine di un incontro avuto a Pescara. La Stati, che è stata raggiunta da una misura di interdizione dai pubblici uffici, si è dimessa dalla carica ed ha riconsegnato le deleghe in attesa che la magistratura faccia chiarezza sui fatti oggetto di indagine.

Nell’ambito della stessa inchiesta sono state chieste quattro misure cautelari: per il padre di Daniela, Ezio Stati, noto politico (Dc e poi Fi), per il compagno della stessa, Marco Buzzelli (ex deputato An e poi Fi), per Vincenzo Angeloni, ex parlamentare e presidente di squadre di calcio abruzzesi, per Sabatino Stornelli (ex amministratore delegato di Telespazio ed attuale amministratore delegato di Selex service management, società di Finmeccanica).

La custodia cautelare in carcere riguarderebbe l’ex Vincenzo Angeloni (a Regina Coeli) e Marco Buzzelli (ad Avezzano), mentre Ezio Stati avrebbe ottenuto gli arresti domiciliari nella sua casa di Avezzano (L’Aquila) e Stornelli l’obbligo di dimora a Roma.

In una nota, il Procuratore capo Alfredo Rossini spiega che «la richiesta si è basata sull’accertamento di favori e utilità ricevute per aver compiuto attività contrarie ai compiti e ai doveri connessi alla funzione pubblica ricoperta».

Secondo Rossini, «il quadro probatorio che emerge appare incontestabile, considerato che vi sono prove evidenti dei “doni” e delle utilità che i privati hanno corrisposto al pubblico ufficiale e alle persone a lei vicine, al fine di ottenere il vantaggio di essere inseriti nella lista di beneficiari per fatti e atti connessi alla ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009».

Le indagine sono tuttora in corso e, «allo stato degli atti – svela Rossini – non sono indagati altri soggetti con incarichi rilevanti nell’ambito regionale e della Protezione civile nazionale. La Procura della Repubblica – conclude la nota – ha chiesto misure cautelari diversificate a seconda delle posizioni, dei ruoli e delle evidenze probatorie, sia per il buon proseguimento delle indagini, sia per la proporzionalità dell’intervento giuridico a garanzia degli stessi indagati».