SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Splendida e pressoché identica a quando a vent’anni conquisto l’Italia col suo fascino prorompente, per la quarantaduenne Sabrina Salerno è come se il tempo non fosse mai passato. Icona di quegli anni ottanta che lei stessa oggi ricorda nel programma di Italia1 I mitici ’80, la showgirl genovese ha mantenuto intatta la bellezza che la lanciò appena maggiorenne nello star-system italiano.
Nelle prime fasi della sua carriera vi fu persino una celebre tappa a San Benedetto con “Ferragosto Ok”, film-tv del 1986 divenuto un cult ed interamente girato in Riviera: «A dire il vero nemmeno mi ricordavo di averlo realizzato qui, ma ho saputo che la mia famosa pedalata in bicicletta sul lungomare è divenuta popolare».
Prova che gli anni ’80 non “scadono” mai. E’ stupita da tale nostalgia?
«No. E’ stato un periodo particolarmente creativo che già nel 2001 Lorella Cuccarini con “La notte vola” aveva rispolverato. Sono passati nove anni e stiamo qui ancora a parlarne, a dimostrazione dell’interesse che c’è ancora per quel decennio».
Un’epoca che lei appunto analizza nella sua attuale trasmissione.
«Non è proprio così. Nel mio programma gli “Ottanta” sono uno spunto per parlare di presente ed attualità. Lo definirei un programma informativo e non di amarcord. Forse il titolo ha tratto in inganno molti che oggi si dicono delusi».
Come ad esempio Aldo Grasso, che sul Corriere ha parlato recentemente di «occasione mancata».
«Ha detto che il prodotto somiglia molto a “Lucignolo”, sotto altra veste. La scelta stilistica è stata decisa da Mario Giordano e io la rispetto. Ma va anche detto che Grasso, che oggi osanna quegli anni, a quei tempi bocciava e massacrava tutto e tutti».
Quella Sabrina a chi si ispirava? Quali punti di riferimento aveva?
«Ovviamente Madonna, ma anche Annie Lennox e Samantha Fox».
Poi però ad un certo punto ha abbandonato una certa immagine.
«Ho sempre fatto ciò che mi sentivo di fare. Non avevo la smania di apparire, né quella di restare sulla scena a tutti i costi. Non c’è momento nel quale non mi propongano un reality, ma ho sempre detto no. Non ho mai ceduto, non mi hanno mai interessato».
Eppure la sua collega Jo Squillo nel 2005 prese parte a “La Fattoria”…
«Le decisioni di Jo sinceramente non mi riguardano. Ognuno fa le scelte che crede giuste e non le giudico».
Rimpiange i suoi anni Ottanta?
«Affatto. Non vivo di rimpianti. Ho buoni ricordi, ma non nostalgia. Sono felice di quello che ho fatto in seguito e di quello che sto facendo oggi».
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Aldo Grasso mi fa venire la pelle d’oca.
Un uomo che viene pagato per passare il tempo a guardare la TV e a sparare sentenze.
Brrrr…!!!
Non sono un suo fedele lettore perché guardo poca TV e perché tutte le volte che gli ho dato la possibilità di riscattarsi mi ha deluso.
Ha criticato violentemente Piroso e un suo monologo dello scorso anno su Tortora, mi è bastato per capire il Aldo Grasso.
Lo speciale di Piroso su Tortora fu qualcosa di splendido, come fu qualcosa di splendido l’approfondimento dello stesso Piroso fatto su Calabresi l’anno prima.
Grasso sbagliò a prenderlo di mira in quella occasione, dato che un omaggio a Tortora, in una tv che tende a dimenticare, avrebbe a mio avviso dovuto ricevere solo elogi. Il critico però criticò il “pirosismo”, non tanto il contenuto di quel programma.
Riguardo ai suoi pezzi: ultimamente è divenuto troppo drastico e prevenuto. Un tempo risultava maggiormente distaccato ed obiettivo.