ASCOLI PICENO – Non saremo a Pomigliano e alla Fiat, ma anche nel Piceno si ripropongono le discussioni sorte un paio di settimane fa riguardo lo stabilimento Fiat: la crisi punge, il futuro è incerto, le industrie minacciano di traslocare dove la forza lavoro viene pagata una inezia e rinfacciano agli operai una gestione “allegra” del diritto allo sciopero.
Così Confindustria Ascoli Piceno, con un comunicato ufficiale, scrive che «la situazione deve essere affrontata su basi nuove. Condividiamo quindi le preoccupazioni di quanti pensano che le nostre imprese possano trovare siti che consentano maggiore competitività rispetto al territorio della provincia. Continuare a pensare di avere aziende che offrano lavoro stabile a vita, è un’illusione: oggi le imprese medio-grandi che si insediarono qui attratte dall’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno, a causa dell’alta densità di aziende internazionali e multi-localizzate, possono trovare altrove migliori condizioni: ignorare questo rischio sarebbe un errore».
E quindi si entra nel merito dell’analisi: «Sbagliato sarebbe pensare di vivere ancora al di sopra delle nostre possibilità: le continue richieste economiche, condite da estenuanti trattative per tutto – flessibilità, cambi-turno, formazione finanziata, straordinari e quant’altro attiene oggi alla normale gestione quotidiana di ogni impresa – sono anacronistiche e a volte paradossali per aziende che lottano quotidianamente per non chiudere il sito ascolano e trasferirlo. Sorprende però che gli stessi che oggi manifestano preoccupazione per il futuro di aziende che, magari, per evitare licenziamenti, scelgono la strada della solidarietà, non abbiano mostrato lo stesso accorato timore quando, appena l’anno scorso, a fronte di un aumento di ordini inaspettato, proclamavano uno “sciopero permanente” nelle giornate di sabato (l’azienda applica l’orario su 6 giorni la settimana), lunedì e mercoledì, rendendo di fatto “facoltativo” il lavoro in quelle giornate e arrecando danni evidenti alla azienda (ritardo nelle consegne) nonché all’immagine del sito produttivo».
«E chi si preoccuperà domani della più grande azienda dell’ascolano che “per motivi di regolarità formale” è costretta a riprendere in pianta stabile lavoratori che aveva assunto a tempo determinato negli anni passati? – continua Confindustria – Chi si preoccuperà quando l’azienda si troverà con un esubero di personale e dovrà decidere se ristrutturare o chiudere per navigare verso altri lidi? Forse coloro che, per un malinteso senso di solidarietà nei confronti dei colleghi precari che, d’incanto, si sono scoperti non più precari? O forse chi invita a “non svendersi per un piatto di lenticchie”, non rischiando certo il posto di lavoro? Nonostante tutto chi fa il nostro lavoro crede ancora nella mediazione e nella possibilità di fare accordi attraverso i quali siano contemperati interessi apparentemente contrapposti, realizzando un equilibrio tra esigenze dello sviluppo e quelle della coesione sociale. Si raggiunge questo equilibrio, però, solo tenendo conto delle difficoltà/opportunità che il mercato globale presenta: la perdita di competitività porta inesorabilmente alla dismissione dei siti produttivi a meno che non si reagisca prontamente e responsabilmente con i necessari cambiamenti richiesti dai mercati stessi».
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I lavoratori devono convincersi che la schiavitù è libertà, giusto?
La vicenda di Pomigliano è stata strumentalizzata per perseguire fini autolesionisti. La questione di Pomigliano non c’entra nulla con il lavoro a basso costo perchè nel settore automotive il costo della manodopera è appena il 7% del costo pieno industriale non sono certamente peanuts ma non è neanche il grosso della torta!!! Il grosso è fatto dalla produttività e dall’intensità del capitale fisso. Se fosse come sostengono in più non si spiegherebbe come l’impianto di Wolfsburg della Volkswagen in Germania risulti il più efficiente del mondo? Ed il costo del lavoro in Germania non è minimamente paragonabile a quello indiano… Leggi il resto »
…a parte il fatto che alessandro-84 ha detto
quasi tutto, vorremmo invece, conoscere le
ricette di confindustria per risollevare questo
territorio, e non solo per ammonirlo !
Ma questi signori ce l’hanno il conto dei lavoratori
che hanno perso
il posto, e di quanti lo perderanno nei
prossimi 1-2 anni quando
termineranno
i requisiti per la cassa integrazione ??
O continuano a far finta di nulla,
e peggio ancora, essersi dimenticati
quante aziende hanno chiuso i battenti??
Leggiamo sui giornali che gli industriali italiani: 1) Sono responsabili di circa un terzo dell’evasione fiscale complessiva italiana, che è quadrupla rispetto a quella di un paese civile medio. 2) Mentre a pagare sono ultimi, nel chiedere finanziamenti a pioggia e assistenza sono primi assoluti! Per creare posti di lavoro spesso fittizi e con i finanziamenti che vengono “distratti” nei paradisiaci conti esteri. 3) Inoltre gli imprenditori italiani beneficiano del costo del lavoro più basso tra i paesi avanzati. Ad esempio, in Germania un metalmeccanico guadagna 2.000 euro per 33 ore di lavoro, contro i 1.300/40 ore italiani, a parità… Leggi il resto »
In Italia il costo del lavoro è alta per l’impresa e basso per il lavoratore per via del cuneo fiscale e della bassissima produttività (il fatto che si lavori di più ne è un esempio). Per il resto spesso è una mancanza di legislazione; se non c’è nessuna legge che vieti di presiedere in 15 CDA contemporaneamente e considerando che in Italia il business non lo fanno i prodotti bensì le relazioni questo si traduce in vantaggio competitivo. Sia ben chiaro non approvo ma se nessuno legifera in questa direzione questo è il minore dei mali…. Lo stesso dicasi per… Leggi il resto »
Aggiungo che l’unico diritto usato a sproposito è quello a costruire “scatole cinesi” da parte degli industriali, non quello dello sciopero, che non a caso è sancito dalla Costituzione della Repubblica. La delocalizzazione poi non è qualcosa cui gli imprenditori sono costretti per resistere alla concorrenza, ma serve semplicemente ad aumentare i profitti a dismisura sfruttando i lavoratori stranieri, tutto qua. Quindi la concorrenza è solo a “profittare” il più possibile, ed è persino vergognoso che la Confindustria di una Provincia come quella picena in cui ci sono migliaia di lavoratori cassintegrati proprio a causa dell’avidità senza freni degli industriali,… Leggi il resto »
Attenzione, che lo sciopero sia un diritto non ci piove, ma attenzione a non abusarne. In 15 giorni si sono fatti due scioperi entrambi di Venerdì mettendo in ginocchio i trasporti pubblici e creando disagi per le persone che lavorano e non sono privilegiate come certe categorie. Questo non da vantaggi a nessuno (neanche a chi fa sciopero perchè passa per fanullone anche agli occhi degli altri lavoratori) e maggiormente se consideriamo il contesto storico-economico in cui stiamo vivendo, si invoca l’exit strategy ma l’unica exit-strategy è la difesa dei propri privilegi senza considerare le dinamiche di mercato. I paesi… Leggi il resto »
I lavoratori che oggi hanno 60 anni,40 anni fa ne avevano 20 ed erano “sfruttatissimi”.Quei giovani invece di piangersi addosso (piove governo ladro)con dure lotte,nessuno regalò loro alcunchè, riuscirono a costituire sindacati attraverso i quali riuscirono a far valere i loro diritti ed attraverso i quali ancora oggi riescono a non farsi calpestare.Ok la situazione dei giovani del secondo millennio è profondamente diversa . A quei tempi c’era il cosidetto boom economico ed oggi invece siamo in piena recessione (di chi la colpa???). Guai però a cadere nel tranello che cerca di inculcare l’idea che la crisi sia causata dalle… Leggi il resto »
Mi permetto di non concordare su questo punto di vista; perchè quello lotte hanno creato dei lavoratori privilegiati ed intoccabili e proprio questo status va a danneggiare tutti i giovani precari, disoccupati, sfruttati e non premiati. Specialmente il non premiare è la cosa peggiore perchè blocca la crescita professionale e non attribuisce le responsabilità dell’operato dei singoli lavoratori rendendoli una massa informe in cui regna la mediocrità e l’appiattimento verso il basso. Non credo che voi abbiate lottato per questo ma è quello che le vostre lotte hanno prodotto, forse non sono state così utili…. Con l’appiattimento verso il basso… Leggi il resto »
Articolo 41 L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali Articolo 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. (etc) Articolo 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé… Leggi il resto »
Se si deve prendere alla lettera la costituzione vuol dire che abbiamo circa il 30% dei giovani che attualmente sono “anticostituzionali” in quanto non hanno lavoro, e se consideriamo le tutele del lavoro la percentuale sale drasticamente….
La Costituzione è vittima dei suoi tempi, purtroppo ormai lontani anni luce….
Con le problematiche, imprevedibili per l’epoca, che ci sono oggi non si può pretendere che tutti i disoccupati vengano assunti dalle Poste, da FS o dalla SIP…. Mi pare un tantino anacronistico….
La lista con i nomi degli italiani: un tesoro di 6,9 miliardi di dollari Conti in Svizzera, lombardi 2 su 3 Imprenditori, in gran parte. E soprattutto lombardi: pi di 6 su 10(1163%). A seguire ci sono i clienti del Lazio (11%), poi quelli del Piemonte (117%), dell’EmiliaRomagna (il 45%). La lista Falciani al urimo vaglio della Guardi di Finaza impegnata nella caccia agli evasori: blitz ieri in 78 filiali e due fiduciarie per controllare la moviinentazione bancaria diretta e proveniente a san Marino. (Corriere della Sera) La produttività italiana è bassa per esclusiva colpa degli industriali, che invece di… Leggi il resto »
Certamente gli investimenti contribuiscono alla bassa produttività, ma allo stesso modo contribuiscono anche l’assenteismo e gli scioperi. Uno sciopero dei trasporti pubblici mi fa perdere circa due ore di produttività che con la frequenza degli scioperi italiani si traducono in una giornata in meno di lavoro al mese. Inoltre aggiungiamoci infrastrutture scadenti, servizi confusionari, burocrazia la frittata è fatta…. Gli investimenti pesano molto anche sul PIL, specialmente gli investimenti in asset produttivi fungono da moltiplicatori sul PIL. Gli antichi Romani (che millenni fa erano già più saggi di noi) avevano risolto il conflitto tra Patrizi e Plebei con la rivolta… Leggi il resto »
Lista Falciani: 6.000 italiani, per la metà imprenditori (3% marchigiani), gli altri probabilemente semplici “prestanomi” per un totale di 5,6 miliardi di euro esportati in Svizzera e sottratti al fisco. Sono notizie di questi giorni, le leggiamo su tutti i giornali, come è di questi giorni quest’altra notizia: commessa a 200 euro al mese, compresi gli straordinari. È la proposta che si è sentita fare una ragazza (maturità classica) di Conegliano Veneto (Treviso), nel cuore del ricco Nordest. Aspettiamo il commento di Confindustria, che certamente interverrà in prima persona. In effetti Confindustria farebbe meglio a sciogliersi e ciascun imprenditore dovrebbe… Leggi il resto »
confindustria chiede “nuove basi”?
Ma un po’ di pudore no?
Stanno praticamente chiedendo ai lavoratori di rinunciare ad una parte dei loro diritti (per poi con il tempo andare avanti?).
Perché confindustria non prova a dare il buon esempio?
Parla di tenore di vita al di sopra ….
Gli industriali quale tenore di vita hanno?
alessandro,come dicevo nel mio intervento, il contesto social/economico è profondamente cambiato negli ultimi 40 anni.I giovani di allora hanno lottato non per avere dei previlegi,ma per non essere “sfruttati”.Praticamente hanno lottato e sono riusciti ad ottenere diritti e condizioni di lavoro “basilari” che a quei tempi non esistevano.Diritti e condizioni di lavoro di cui ora anche voi giovani beneficiate.Io non sto dando colpe di nessuna sorta alle nuove generazioni.Sto solo dicendo che adesso sta a voi impegnarvi per far valere le vostre istanze e focalizzare le vostre lotte tenendo conto dei cambiamenti avvenuti.Se dovete lottare contro un sistema politico/economico che… Leggi il resto »