MARTINSICURO – «L’erosione non è solo un problema ambientale, ma anche di economia turistica. Per questo la Regione lo considera come una delle priorità da affrontare. Siamo consapevoli della gravità della situazione ma eviterei i toni di catastrofismo che spesso sono stati usati». Nel corso del Convegno su Piano Demaniale e Sviluppo Turistico tenutosi a Martinsicuro, l’assessore regionale al Turismo e Demanio Mauro Di Dalmazio ha rassicurato balneatori ed associazioni di categoria sulla volontà della Regione Abruzzo di percorrere tutte le strade possibili per la salvaguardia della costa. All’incontro hanno partecipato anche l’assessore provinciale al Turismo Ezio Vannucci, il consigliere regionale Emiliano Di Matteo, l’assessore comunale al Turismo Patrizia Ciufegni, il vicesindaco Abramo Micozzi, il consigliere delegato al Demanio Massimo Vagnoni, i rappresentanti dei Comuni costieri teramani, i balneatori e le associazioni di categoria.
«Sul tema sono state interpellate le università – ha aggiunto Di Dalmazio – e ci sono tecnici esperti al lavoro per studiare le soluzioni da adottare. Certamente dovremo partire dalle zone più a rischio, dove ci sono delle emergenze, per poi proseguire per tutto il litorale, ma è ovvio che attuare un progetto organico di interventi antierosione su tutta la costa abruzzese richiede tempo e un notevole impiego di fondi».
Il progetto (ancora in via di sviluppo) sarebbe finalizzato ad una prima serie di interventi dal costo di circa 20 milioni di euro, che ovviamente, basterebbero solo per sistemare le zone più a rischio.
«Per fare lavori antierosione definitivi su tutta la costa – ha affermato Di Matteo – sarebbero necessari almeno cento milioni di euro. Una somma che la Regione non ha per ovvie ragioni a disposizione. Per questo gli interventi di ripascimento morbido, seppure non siano la soluzione al problema, sono pur sempre necessari. Considerando il valore turistico di una città, ripristinare la spiaggia anche per una sola stagione è un investimento che va assolutamente fatto, poiché dobbiamo permettere agli operatori di lavorare».
Proprio sul carattere provvisorio del ripascimento morbido si è incentrato gran parte del dibattito, con gli operatori turistici e le associazioni di categoria che hanno invocato a più riprese l’avvio di interventi definitivi a partire dal litorale nord, dove l’erosione è stata negli anni più incisiva, soprattutto a Martinsicuro.
A tal proposito nell’aula consiliare sono stati affissi anche striscioni di protesta, alla luce delle ultime mareggiate che hanno vanificato il ripascimento già effettuato.
«Quei manifesti – ha affermato Cristiano Tomei della Fab-Cna – rappresentano il grido di dolore di una città ferita. Se bisogna cominciare ad intervenire dove più serve, si cominci al più presto da Martinsicuro».
Numerosi balneatori hanno poi lamentato l’intempestività dei lavori di ripascimento: «Non è possibile – ha affermato Gianfranco Cellini dello chalet Portofino – che si arrivi ogni anno a giugno inoltrato con le spiagge invase da ruspe e trattori che creano disagi e lamentele tra i turisti».
«Per gli interventi definitivi non possiamo attendere all’infinito fondi che tardano ad arrivare e che saranno comunque insufficienti – ha aggiunto Amedeo Corsi della Faita Federcamping – dobbiamo trovare altre soluzioni». Corsi a tal proposito ha lanciato la proposta di una convenzione pubblico-privato tra Comuni ed associazioni di categoria per l’acquisto di una draga che tutto l’anno lavori sul litorale teramano per riportare la sabbia dal largo sulla costa.
Mauro Paci, del Pd ha invece avanzato come soluzione la realizzazione di celle di contenimento attraverso cui il mare restituirebbe sabbia alla costa.
Nel corso del dibattito non poteva mancare il riferimento all’approvazione della legge regionale sull’assegnazione degli ombreggi stagionali a chioschi-ristoro senza concessione demaniale.
«I cittadini – ha affermato Paci – si devono confrontare con la chiarezza della legge, mentre questo provvedimento ha creato solo confusione».
Sul Piano Spiaggia di Martinsicuro infine, Pierfrancesco Ciaralli della Martintour ha invitato Vagnoni a consultare gli operatori turistici per discutere le modifiche da apportare al documento, prima che questo torni in Consiglio comunale per l’approvazione.
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Riguardo il primo manifesto: la canzone in oggetto si intitola: "Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi" (quindi presuppone indecisione, non chiarezza, dubbio, instabilità emotiva) e non credo che Battisti al temine della frase "Come può uno scoglio arginare il mare" abbia utilizzato i due punti (:) con l'intento quindi di spiegare come quest'azione risulti possibile. Anzi, si riferisce poeticamente all'oggetto scoglio sottolineando proprio la sua l'impossibilità e incapacità di arginare il Mare, per cui alla fine della frase, anche se non presente, vi è un punto esclamativo . E’ chiaro il concetto ? (Riego Gambini :-) Iscritto alla SIAE… Leggi il resto »