Mi scuso per la lunghezza, ma è indispensabile. Mi auguro di porre fine a una diatriba che trovo abbastanza inutile, e che la risposta abbia un rilievo commisurato a quello dato all’attacco ricevuto dal mio partito.

Caro Direttore,

come sai mi sono sempre considerato un amico del comitato per la tutela della costa, e sono un assiduo lettore delle denunce di PGC e SDG, che con i loro limiti sono sempre estremamente interessanti. E uso questa espressione, “con i loro limiti”, non per denigrare o affermare una qualche superiorità presunta mia o della parte politica che rappresento; ma semplicemente come constatazione dei limiti imposti dagli stessi autori, che hanno deliberatamente – e legittimamente – deciso di rimanere nel recinto della contestazione, ma non si pongono minimamente il problema della costruzione dell’alternativa.

E sia chiaro, a me sta bene: perché spesso (o sempre?) l’alternativa nasce dalla contestazione, che ne è premessa essenziale. Se non fa un passo avanti, però, rimane una sequela di decine di lettere sperdute negli hard disk di qualche lettore, e non germoglia (come peraltro mestamente lo stesso PGC ammette, dal momento che dice chiaramente che non gli risponde nessuno a parte me – a proposito, grazie per l'”ottimo” – e pochi altri).

Le battaglie di cui mi sono fatto portatore, pur se spesso con toni, accenti e motivazioni diverse da quelle del comitato, le ho fatte tutte insieme al mio partito, e non a titolo personale come l’amico PGC suggerisce. D’altronde non è manco possibile che quando un esponente di RC (secondo la sua valutazione) fa bene, allora lo fa a titolo personale; se fa male (sempre secondo lui), lo fa a nome del partito.

Ne è prova il fatto che non ci siamo limitati a mandare comunicati stampa ma, compatibilmente con le nostre limitate forze, abbiamo tentato anche di organizzare proteste visibili e organizzate, come nel caso del ripascimento. Sono stato persino accusato, da questo Comitato di cui peraltro farei molto volentieri parte, di non essere intervenuto nelle questioni grottammaresi; obiezione francamente stupefacente, giacché rigiro la domanda ai consiglieri grottammaresi e chiedo quando mai ha attaccato l’amministrazione sambenedettese quando, con Martinelli, inaugurò dei ripascimenti scandalosi non per il colore, ma per la provenienza stessa dei sedimenti; anzi, quando mai è intervenuto un consigliere grottammarese su questioni sambenedettesi, Concetti compresa.

Ora, che chi si affianca organicamente al PDL – storicamente contrarissimo ad ogni forma di regolamentazione delle attività economiche in mare, e che in Provincia sta frenando in ogni modo l’istituzione del parco per non scontentare il bacino elettorale di qualche assessore – pretenda credibilità gettando la croce su un partito che, con tutti i suoi limiti, difetti, incongruenze e debolezze, è senza dubbio (e lo ripeto: senza alcun dubbio, senza timore di smentita) il più strenuo sostenitore del Parco, beh, se permette, anch’io ho trovato la cosa davvero curiosa.

Sia ben chiaro: non ne faccio minimamente una questione ideologica. D’altronde la mia pur brevissima storia politica lo testimonia: ho sempre apprezzato le convergenze sui temi con politici di diversi schieramenti. Tanto che le nostre posizioni, in consiglio comunale, sono state a seconda dei temi alternatamente vicine a quelle di praticamente tutti i partiti politici. In quattro anni abbiamo registrato importanti convergenze con partiti che vanno da Sinistra e Libertà fino all’ex Alleanza Nazionale, UDC, PD, IDV ovviamente compresi. E non ne faccio un problema, anzi, vado fiero di aver contribuito a proposte in grado di raccogliere il consenso e la partecipazione di vaste aree della politica cittadina.

Certo però che se Bruno Gabrielli – per fare il nome di un amico, che tuttavia è pure un avversario politico – mi dicesse di voler fare una conferenza stampa pro-parco contro un Gaspari troppo tiepido, beh, starei bene attento ad accettare. Perché un conto sono le convergenze sui temi, un altro sono le strumentalizzazioni. E non c’è dubbio alcuno che su quel tema, nonostante le diffidenze e le rotture, troverei più autorevole persino il sindaco Gaspari, dal quale, si sa, mi separa praticamente tutto, rispetto a chi ha nutrito per anni la paura del parco.

In questo credo che il comitato sia stato ingenuo. E che se si parte per difendere il Parco Marino e si finisce per attaccare il partito che con più forza e convinzione – pur, e lo ripeto, con i limiti e le contraddizioni imposte dalla gestione di alleanze politiche – contribuisce alla sua istituzione, beh, mi pare difficile che non sorgano dei dubbi; dubbi che non possono essere liquidati con il “Non m’interessa, io spero che il Comitato funzioni” di PGC. Su questo credo che si faccia un grave errore di valutazione.

Provate, con un paradosso, a immaginare se Rossi si fosse proposto per sostenere la linea dei vongolari: non sarebbe mai potuto succedere. Dalla parte opposta, invece, per una certa vocazione masochistica che ci portiamo dietro da qualche decennio, continuiamo ad essere disponibili a farci prendere in giro per poi spaccarci e rinfacciarci ogni minima contraddizione. E non credo che questo aiuti le nostre cause, non lo credo affatto. Per concludere: io metto sul piatto tutto, davvero; la mia disponibilità è completa verso il comitato. Non ho niente da nascondere, neanche le mie e le nostre debolezze.

Mi assumo la piena responsabilità personale dei miei errori e delle mie mancanze, e la piena responsabilità politica degli eventuali errori del mio partito ad ogni livello, anche quando non ho avuto voce in capitolo nelle scelte, perché quello è il mio ruolo e non mi tiro indietro. Ma dai miei interlocutori pretendo almeno la stessa onestà. Mi aspetto che chi entra in un comitato di difesa della costa dica chiaramente: noi vogliamo il Parco Marino, lo vogliamo subito, se non lo abbiamo voluto fino ad oggi abbiamo sbagliato, così come noi abbiamo la forza di rivedere le nostre scelte. Mi aspetto che dicano, tutti, di volerla smettere coi ripascimenti sconsiderati e con la difesa della costa “a muraglia” che riduce a uno stagno il mare.

Mi aspetto che pretendano per il nostro mare il ritorno di tutte quelle specie ittiche (vongole, cannelli, granchi, telline e così via) che sono state massacrate dalla pesca e sono praticamente sparite dalle nostre spiagge. Mi aspetto che dicano che non c’è spazio nel comitato per chi, ancora oggi, propone di realizzare nuove inutili cementificazioni sottoforma di terzi bracci o nuovi porti turistici da oltre 1000 posti, come sostenuto su questa testata da Sandro Mariani.

Mi aspetto che dicano che due file in più di ombrelloni non giustificano il furto di sabbia dalle spiagge libere. Questo mi aspetto, e questa è condizione indispensabile perché il comitato abbia un senso e “funzioni”, come dice PGC, cioè sia utile allo scopo. Se così non sarà (perchè oggi, con ogni evidenza, non è) dispiace dirlo, diventerà solo un’accozzaglia alla quale ognuno si aggrega per i propri scopi.

*Consigliere comunale di Rifondazione Comunista