SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un numero verde per aiutare le vittime di tratta ad uscire dallo sfruttamento sessuale o lavorativo o da tutte quelle economie illegali di cui sono prigioniere. La campagna di promozione del servizio, costituita da manifesti, locandine, espositori, totem per la distribuzione di promemoria e da uno spot televisivo, è finanziata dalla Regione Marche e realizzata dall’agenzia Dmen, sotto la supervisione dell’associazione On the Road e della Provincia di Ascoli Piceno. L’iniziativa ha anche ottenuto il patrocinio delle Regioni Abruzzo e Molise.

800 290 290 è il numero telefonico gratuito ed attivo 24 ore su 24 a disposizione delle vittime di tratta per ricevere aiuto ed informazioni sulle modalità di assistenza per uscire da situazioni di sfruttamento.

Il numero verde da gennaio 2007 fornisce assistenza ed informazioni anche per le vittime dello sfruttamento lavorativo, andando dunque ad intervenire su un fenomeno in forte aumento anche nelle regioni Marche, Abruzzo e Molise. Nelle tre regioni, a partire dallo scorso aprile sono stati affissi manifesti di promozione del numero, mentre le locandine, i totem, gli espositori sono in distribuzione nelle sedi delle Forze dell’Ordine, nei centri per l’impiego, nei servizi socio-sanitari, nei sindacati. Gli spot verranno messi in onda a partire dai prossimi giorni in numerose tv locali.

In base ai dati forniti da On the Road, nell’ultimo anno di attività al numero verde sono arrivate 121 telefonate, di cui 83 prime chiamate e 38 successive alla prima. Tra le motivazioni che hanno spinto a rivolgersi al servizio quelle di richiesta di aiuto immediato o accoglienza (43), segnalazioni di casi di tratta (10), di sfruttamento lavorativo (4), richieste di informazioni sanitarie, assistenziali, legali (17), richieste di ascolto (10), di interpretariato (1), di aiuto (6), denunce (3), di messa in rete (9), comunicazioni di servizio (18).

In base alle chiamate si è constatato che solo 13 persone vittime di tratta hanno chiamato direttamente il numero verde (11 nigeriane costrette a prostituirsi, e un marocchino e un italiano per denunciare lo sfruttamento lavorativo).

Le altre segnalazioni invece sono arrivate da privati cittadini, Forze dell’Ordine, conoscenti o amici.

La maggior parte delle chiamate vengono mediate attraverso la rete delle associazioni e agenzie del territorio.

A seguito delle richieste di aiuto pervenute alla linea telefonica, per cinque persone sono stati avviati i programmi di assistenza finalizzati alla liberazione dalla schiavitù in cui erano ridotte.