ASCOLI PICENO – Una scelta a sorpresa che ha spiazzato un po’ tutti. La trattativa per la cessione degli stabilimenti Maflow è ormai in dirittura d’arrivo e la nuova proprietà sarà una cordata polacca che fa capo all’imprenditore Boris Zew. Battuta la concorrenza della Delta S.p.A di Civitanova, che fino a pochi giorni fa sembrava fosse in netto vantaggio. Invece, i commissari che gestiscono temporaneamente la situazione hanno dichiarato, attraverso un comunicato, di aver depositato nella giornata di ieri, mercoledì, presso il ministero dello Sviluppo, il loro parere favorevole verso l’offerta del gruppo polacco che è risultata, si legge, più vantaggiosa in termini economici.
Gli imprenditori Polacchi, insomma, sul piatto della bilancia mettevano una consistenza economica maggiore ma sembravano meno forti in quanto a garanzie future per il territorio.

La Maflow è uno stabilimento che produce materiale per condizionamenti di automobili in tre stabilimenti: a Trezzano sul Naviglio, ad Ascoli, dove attualmente sono in Cassa integrazione 113 persone, e in Polonia.

Ora l’ultima paraola spetta al Mise, ma è difficile che questi possa esprimere parere contrario a quello evidenzaito dai tre commissari nominati dal Ministero stesso.

La notizia è arrivata proprio mentre davanti a Palazzo dei Capitani, decine di operai si stavano radunando in un sit in di protesta per chiedere un accelerazione delle trattative. Gli operai chiedevano maggior impegno delle istituzioni e in particolare dalla Regione e hanno scelto di protestare proprio durante l’incontro organizzato dall’assessore Antonio Canzian per incontrare i cittadini dopo la sua nomina ad assessore regionale con delega al Piceno.

«Da parte della Regione c’è massima attenzione alle vicende del territorio – ha affermato Canzian – Sia io che Spacca , che l’assessore all’industria Lucchetti ci stiamo adoperando molto in questi giorni per la vicenda della Maflow, così come per le altre realtà territorio. Dobbiamo fare fronte comune, operai, sindacati e istituzioni per dare l’idea di un territorio unito e valutare le proposte che verranno dal nuovo gruppo».
L’ipotesi di acquisto da parte del gruppo polacco non scaccia comunque i timori degli operai. «Aspettiamo di vedere il piano industriale che verrà proposto – spiegano alcuni rappresentanti sindacali – il timore che abbiamo è che tra poco tempo,magari meno di due anni, smantellino tutto per portarlo altrove. Dobbiamo fare in modo che chi compri dia delle garanzie e abbia dei vincoli per rimanere legato al territorio».