SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I peggiori incubi dei tifosi del Grifo si sono materializzati: nessuna offerta è stata presentata all’asta indetta per rilevare il titolo sportivo del Perugia calcio appena fallito. Quella del 9 giugno era l’ultima scadenza utile: non ce ne saranno altre, i tempi per l’iscrizione sarebbero ormai troppo stretti.
Nessuna cordata è riuscita a mettere insieme l’ingente cifra richiesta: 665 mila euro per il titolo sportivo, 3 milioni e 700 mila euro per saldare i debiti sportivi più 500 mila euro di cauzione, senza contare la fideiussione (che quest’anno è stata alzata a 400 mila euro) per iscrivere la nuova società al prossimo campionato di Prima Divisione. Sono svaniti nel vento gli interessamenti “esotici” da parte di fantomatici gruppi arabi e della Fondazione Cavalieri di Malta, ma anche quelli – in apparenza più concreti – di Ermanno Pieroni e Torello Laurenti.
È amaro il commento del sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali: «Dobbiamo purtroppo prendere atto che al grande dispendio di parole, proclami, promesse andate in scena nei giorni scorsi, non corrispondeva nessuna voglia, o capacità, di spendere un euro. Le presunte cordate hanno prospettato piani industriali improbabili, millantando disponibilità, alleanze, patrimoni che esistevano solo sulle carte».
Ora l’ultima speranza per i tifosi biancorossi è seguire la strada percorsa l’anno scorso da Pisa, Avellino, Venezia, Samb, Pistoiese e Treviso, ossia creare una nuova società con imprenditori locali “garantiti” dal sindaco e chiedere l’ammissione a un campionato dilettantistico, che potrebbe essere la serie D dato che il Perugia ha ottenuto la salvezza in Prima Divisione. Si profila un’avversaria in più per la Samb? No, in teoria, dato che negli ultimi anni le squadre umbre non sono state inserite nello stesso girone delle marchigiane. Ma il Comitato Interregionale non è nuovo ai “rimescolamenti”, per cui ci sarà da aspettare fino ad agosto per avere la certezza sui gironi.