ASCOLI PICENO – La parola d’ordine dell’ultima manovra finanziaria, si sapeva o, quantomeno, si poteva immaginare, è quella dei “tagli”:  all’Italia viene chiesta una riduzione delle proprie spese, e ad essere toccati da tali “riduzioni” sono anche le cariche politiche di Province e Comuni.

La manovra, infatti, prevede che per il triennio 2010 – 2013, (con decorrenza immediata) vengano ridotte del 7% le indennità degli amministratori dei comuni con più di 15 mila abitanti, tra cui quellii di Ascoli e di San Benedetto del Tronto, del 3% per quelli al di sotto dei 1000 abitanti mentre saranno abolite per i membri di comunità montane o Unioni dei Comuni.

«Una novità è prevista anche dall’inserimento di una “indennità di funzione” – dichiara il parlamentare ascolano dell’Udc Amedeo Ciccanti –  a sostituzione del gettone di presenza previsto per i consiglieri comunali e provinciali, il cui importo sarà stabilito da un decreto del Ministero dell’Interno, e che non sarà cumulabile con altre indennità percepite. Chi riveste un doppio incarico, pertanto, sarà costretto a decidere quale delle due percepire».
Novità anche sugli emolumenti previsti per la presenza agli organi collegiali di enti a partecipazione pubblica (come ad esempio Consind, Ato, Cup): è prevista una riduzione dei componenti (massimo 5) e delle loro indennità, e la carica sarà “onorifica”, senza indennità ma soltanto rimborsi spese. Tale punto della manovra, interesserà fortemente quelle che sono per il territorio realtà partecipate importanti, come la CIIP e la Start, che dovranno, durante l’anno in corso, rinnovare il proprio Consiglio di Amministrazione.

A tale proposito, l’Udc ha presentato una proposta che, se accettata, riguarderà circa 28.000 società a partecipazione pubblica in Italia e,  secondo Ciccanti «ridurrebbe di circa 200 milioni di euro quelli che sono “i costi della politica”», che diminuirebbero scegliendo per amministratori di tali società dei dirigenti o dipendenti delle stesse, ai quali «non andrebbe corrisposto nessun compenso economico aggiuntivo, e inoltre renderebbe più qualificante il lavoro del personale dirigente».

Un’altra delle proposte dell’Udc, sempre in linea con i “tagli sui costi diretti” previsti dalla manovra,  vuole porre l’attenzione all’uso di alcuni benefit di carica come le “auto blu”. «Già cinque anni fa, con l’articolo 1 comma 11 della legge 266/2005, era stato stabilito un taglio drastico alla auto blu, con una riduzione notevole per la spesa di acquisto, manutenzione e noleggio, valutata in termini di risparmi di circa 30 milioni di euro. E’ assurdo vedere che ancora, molti presidenti di provincia, o sindaci, siano ospiti ad eventi privati, invitati per  il ruolo che rivestono, ma non in carica istituzionale, e utilizzino mezzi di trasporto non personali».

Ciccanti si è espresso anche in merito al dibattito Ascoli-Fermo sul taglio, previsto sempre dalla manovra, delle mini–province: «L’Udc si trova d’accordo con l’emendamento di Donato Bruno, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, che ha fissato il tetto minimo di popolazione per 220 mila abitanti, e proporremo di innalzare questo tetto a 500 mila abitanti, creando per le Marche tre province di riferimento». In tal caso, vi sarebbe a livello nazionale una riduzione di circa 60 province, contro le 9 attuali, e un risparmio notevole per costi amministrativi e di gestione di strutture pubbliche.

Martedi prossimo, il decreto legislativo verrà esaminato alla camera, e paradossalmente, lo stesso Ministro Calderoli che a tempo debito ha voluto la provincia di Fermo, ora si batte per eliminarla.