ASCOLI PICENO – All’alba di sabato mattina, la Squadra Mobile di Ascoli ed il Commissariato di Fermo hanno dato esecuzione a tre ordinanze restrittive emesse dal Gip del Tribunale di Fermo Sebastiano Lelio Amato, su richiesta del Pm Daniela Iolanda Chimienti, per i reati di detenzione di arma clandestina e ricettazione in concorso, nei confronti di Andrea Maizzi, classe 1951, nativo di Foggia e residente a Fermo, pregiudicato, destinatario di misura cautelare in carcere; Maria Antonietta Montini, classe 1963, nativa di Porto San Giorgio e residente a Fermo, convivente del Maizzi, destinataria di misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari; Otello Sgrilli, classe 1964, nativo di Porto San Giorgio e residente a Monterubbiano, incensurato, destinatario di misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari.

Le indagini in questione, condotte in collaborazione anche con la Polizia Stradale di Ascoli ed Ancona, si inseriscono nell’ambito delle attività investigative avviate a seguito del cruento tentativo di rapina a furgone portavalori verificatosi sul tratto autostradale della A/14 nel territorio di Cupramarittima, in data 2 ottobre 2009, sventato proprio grazie al pronto intervento di una pattuglia della Polizia Stradale di Porto San Giorgio.

Pur non essendo emersi collegamenti diretti con quei fatti, fanno sapere gli inquirenti, al momento sono state accertate le responsabilità dei soggetti tratti in arresto, in ordine all’abusiva detenzione di un’arma clandestina, una pistola a tamburo marca Ruger calibro 357 magnum con matricola abrasa, sequestrata il 2 aprile scorso in occasione dell’arresto in flagranza di Fabrizio Bonalumi, classe 1988, figlio del noto pregiudicato di origine foggiana Olinto.

Quel giorno, il giovane Bonalumi, presso il Bar ubicato all’interno del distributore IP di Via Rosselli di Porto San Giorgio, per futili motivi era venuto alle mani con un avventore dell’esercizio. Dopo essersi allontanato dal posto, il giovane era tornato sui suoi passi, questa volta armato e in preda ad uno stato di esaltazione, ed aveva minacciato di morte il suo contendente ed altre persone, per poi darsi nuovamente alla fuga, creando il panico tra gli astanti.

Le indagini hanno evidenziato che quella pistola sarebbe appartenuta in realtà al Maizzi che, da tempo, l’avrebbe affidata in custodia a Sgrilli, in quanto ritenuto insospettabile, trattandosi di un incensurato parrucchiere di Marina Palmense.

Secondo gli inquirenti comunque di tale circostanza il Maizzi aveva imprudentemente messo a conoscenza il giovane Bonalumi, considerato una sorta di «figlioccio» a cui badare in assenza del padre detenuto. Il padre Olinto, infatti, il 5 novembre del 2009 è stato tratto in arresto dalle Squadre Mobili di Ascoli e Foggia e dal Commissariato di Fermo in esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa per il furto milionario consumato nel maggio 2009 presso il cavou della ditta NP Service di Fermo.

E sarebbe stato proprio presso l’esercizio commerciale di Sgrilli che il Bonalumi si sarebbe recato a prelevare l’arma per mettere a segno la sua spedizione punitiva.

Dalle medesime indagini, inoltre, è emerso che anche la convivente del Maizzi avrebbe concorso nella detenzione.

Dato che nel corso delle investigazioni Maizzi, pedinato da agenti in borghese, è stato osservato mentre annotava orari e spostamenti di alcuni furgoni portavalori, e tenuto conto del fatto che, in una recente intercettazione, è stato registrato mentre colloquiava con la sua convivente circa la necessità e l’impellenza di risolvere i propri problemi economici attraverso la commissione di una non meglio precisata “rapina”, in accordo con la Procura di Fermo, gli investigatori hanno deciso di procedere con urgenza alla richiesta dei tre provvedimenti cautelari oggi eseguiti, finalizzati anche a scongiurare il concretizzarsi dei propositi criminali sopra evidenziati.

Secondo quanto rilevato dal Gip nell’ordinanza di misura cautelare, il Maizzi, definito criminale scaltro e professionista, “è in grado di procurarsi agevolmente armi ed è pronto all’occorrenza ad usarle ai fini di offesa e comunque per la commissione di attività illecite”.

Nell’abitazione di Sgrilli, titolare di un porto d’armi che sarà ora revocato, sono stati sequestrati otto fucili da caccia con relativo munizionamento regolarmente detenuti.