Sanità. Sfogliando questa mattina le pagine locali dei quotidiani nazionali, una notizia mi ha colpito particolarmente. Riguarda Il Resto del Carlino e il titolo a quattro colonne Le eccellenze di Oculistica. Visto che non si tratta di un’intervista esclusiva al dottor Pasquale Cocca, primario di Ascoli e San Benedetto (sulla pagina ci sono appena 24 righe virgolettate su 120 in due “pezzi” distinti con un suo accenno misterioso «mi sento in dovere di fornire un ‘report’ … per smentire notizie menzognere e lesive della mia professionalità e di tutto lo staff dell’Unità Operativa», una frase che detta così non dice proprio nulla, forse era meglio stare zitti o dire di più), visto che il termine “eccellente” è stato avallato dal commissario straordinario della ‘Zona territoriale 12’, Massimo Esposito e dal direttore sanitario, Remo Appignanesi, ho immediatamente chiamato un mio redattore per capire se la stampa era stata invitata alla celebrazione del reparto di Oculistica ascolano-sambenedettese. Non era stata invitata. Perché? Se il reparto vanta eccellenze perché Esposito non le ha presentate unitariamente a tutti i giornali ma solo ad uno?
Di cosa si è trattato quindi? Mi è venuta in mente una brutta parola ma non la dico per pudore. Alcune domande però posso permettermele. Perché il dottor Esposito ha permesso una tale discriminazione giornalistica? Forse perché è in attesa di una nuova nomina e i complimenti ad un reparto, seppur in modo anomalo, fanno comunque piacere? A proposito poi di chiacchiere che fanno i pidocchi (così termina il servizio): cosa c’è di vero su quella, secondo la quale una lettera da parte dei capi dipartimento volta alla conferma dell’attuale commissario Esposito sia stata mal digerita dai vari primari, i quali non erano stati preventivamente interpellati? Perché la nomina del nuovo responsabile è stata rinviata dallo stato maggiore anconetano? Cosa bolle in pentola?

Altre due mie considerazioni: siete stati mai nel reparto oculistico sambenedettese che si trova in un angolo del terzo piano con una sala di attesa da infermeria di infimo livello? Andateci anche se non avete bisogno di una visita così vi rendete conto. Dulcis in fundo un particolare così clamoroso che rasenta l’assurdo: da qualche anno (tre o quattro non ricordo bene) il punto di riferimento dell’oculistica sambenedettese è uno stimato professionista con un curriculum invidiabile, il dottor Giuliano Finicelli. Bè ho riletto tre volte il servizio del Resto del Carlino per trovare il suo nome tra le varie eccellenze. Nulla, desaparecido, direbbero in Argentina. Eppure migliaia di occhi, sambenedettesi e non, in questi ultimi anni, sono passati sotto le sue preziose cure proprio nel reparto che oggi viene definito così virtuoso. Questa sì che è una notizia lesiva di una professionalità, tutto il resto è pastasciutta.