SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mario Narcisi torna all’attacco di Gaspari. Un nuovo affondo, dopo quello rumoroso avvenuto sulle pagine di Riviera Oggi qualche settimana fa, stavolta rivolto al famigerato cambio dei parcheggi sul lungomare.Una bocciatura senza sconti, decisamente prevedibile considerati i rapporti tesi tra il consigliere socialista ed il primo cittadino, che va a sommarsi alla marea di contestazioni in materia espresse negli ultimi giorni sia dalla destra che dalla stessa sinistra locale.
«Pensavo – esordisce Narcisi – che dopo l’incontro con i concessionari di spiaggia e gli operatori turistici il sindaco si ravvedesse sulla sistemazione data ai parcheggi sul lato est del litorale. Una decisione unilaterale, non discussa e non condivisa con la propria maggioranza, ma sollecitata dal consigliere dell’opposizione Felicetti in cambio del voto favorevole sulla previsione di Bilancio dello scorso 23 dicembre».
Una sorta di cessione al ricatto quindi, che verrebbe pagata a detta del medico sambenedettese esclusivamente dalla città, costretta a subirne le conseguenze: «Pur avendo, in passato, condiviso con Felicetti l’opportunità di rendere più libera la parte est del lungomare per far spaziare lo sguardo dei visitatori e dei turisti verso il mare eliminando la barriera delle auto in sosta a ridosso della pista ciclabile, oggi, alla luce di come questa amministrazione sta interpretando il progetto devo assolutamente segnalare il senso di angoscia che si prova a passare con l’auto tra due ali di lamiere, di veicoli disordinatamente allineati e convenire sull’assoluta pericolosità che tale decisione arreca alla pubblica sicurezza per la perdita del famoso serpentone che comunque proteggeva la pista ciclabile e che stava solo da un lato, tutelando nell’altro il verde dell’aiuola tutta bene ordinata».
La furia di Narcisi infine tocca nuovamente il tema delle presunte pressioni subite dalla maggioranza dall’esponente repubblicano: «Probabilmente Felicetti, essendo un grande camminatore e non essendo un esperto automobilista, non avverte questi pericoli e il sindaco pur di restare in sella ostenta una grande sicurezza nella decisione presa contrariamente alle mille contraddizioni che hanno identificato il suo cammino. Tanto decisionismo non lo avevamo mai notato. Gli andrebbe domandato se mai avrebbe fatto questa modifica se a chiederglielo fosse stato uno della sua maggioranza eletta democraticamente dai cittadini. Purtroppo è vero quello che si dice: quando cade l’acrobata, entrano in pista i clown».
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