SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono passati quasi trent’anni, ma quella ferita rappresenta ancora un segno vivo nella memoria di tanti sambenedettesi: ci riferiamo al rogo avvenuto allo stadio “Ballarin” il 7 giugno del 1981, durante l’incontro tra Samb e Matera che consegnò ai rossoblu la terza promozione in Serie B.
Il Tribunale Civile di Ancona, qualche giorno fa, ha pubblicato la sentenza con cui il Tribunale civile di Ancona ha respinto la richiesta del Ministero dell’Interno di recuperare, dalle persone e dai soggetti individuati come responsabili (tra cui il Comune di San Benedetto) dal giudice penale per il rogo, una parte del risarcimento erogato dal Ministero stesso alle vittime.
La vicenda legale ebbe un passaggio fondamentale nel marzo del 1989, quando il Tribunale di Ascoli condannò a pene diverse 14 persone (il presidente della Samb Zoboletti, il dotto Punzi Commissario di Polizia, altri dipendenti della società sportiva e alcuni supporter rossoblu) per omicidio colposo e delitto colposo, dichiarando anche responsabili civili il Comune e la Sambenedettese calcio. Nelle cause civili che ne seguirono fu chiamato in causa il Ministero dell’Interno come Amministrazione da cui dipendeva il funzionario di Polizia responsabile dell’ordine pubblico di quel tragico pomeriggio allo stadio.
Il Ministero dell’Interno, a seguito di un accordo raggiunto con gli spettatori danneggiati dall’incendio e le famiglie delle due vittime, sborsò nel 1999 circa 8,5 miliardi di lire ma nel 2003 invitò il Comune e gli altri soggetti ritenuti civilmente coobligati (tra cui, appunto, il Comune) a restituire le somme, ciascuno in quota parte.
Il Comune obiettò di aver fatto abbondantemente il suo dovere avendo versato nel 1989 ai danneggiati, all’indomani della sentenza di primo grado, la provvisionale indicata dal Tribunale stesso per un importo complessivo di 712 milioni.
Nonostante ciò  nel 2004 il Ministero avviò ugualmente l’azione civile nei confronti del Comune e degli altri coobligati ed ora il Tribunale di Ancona (competente perché il capoluogo di Regione è sede dell’Avvocatura di Stato che tutela il Ministero) ne ha respinto le pretese condannandolo inoltre al pagamento degli onorari e delle spese processuali sostenute dalle parti convenute.
Nell’incendio, causato dalle fiamme che s’accesero a causa della carta preparata per i festoni in Curva Sud, morirono due ragazze, Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri. Decine gli ustionati.