OFFIDA – «L’Amministrazione comunale di Offida, continua ad insistere con investimenti da finanziare con la vendita del proprio patrimonio, senza che tale decisione sia supportata da una reale probabilità che ciò possa essere fatto. Inoltre, nel bilancio di previsione non si trova riscontro di alcun aiuto salva crisi» dichiara il capogruppo, Elisabetta Palmaroli.

Il Pdl di Offida, ovvero, la corrente capeggiata dal consigliere Elisabetta Palmaroli, paragona il destino della cittadina collinare a quello della Grecia, in quanto sarebbero stati minimi gli interventi e l’incremento di imposte e tasse per i cittadini, per ripianare un sempre crescente debito nei confronti delle banche, degli enti e delle imprese.

Aggiunge, in merito alle polemiche sulle società partecipate, il consigliere di minoranza, Geremia Acciarri (della corrente Palmaroli): «Tali società hanno accumulato una montagna di debiti, dilapidando fortune, acquistando ad esempio la sede di Energia Offida ad un prezzo stranamente esorbitante. Con il rendiconto dobbiamo registrare l’enorme indebitamento delle società partecipate al 2008 per oltre 16 milioni di euro, aumentato rispetto a quello del 2007 del 21%. Stiamo aspettando ancora il bilancio al 2009».

Nell’articolato documento del Pdl Offida, i consiglieri Palmaroli e Acciarri, sintetizzano i dati in loro possesso fino al 31 dicembre 2008, indicando un indebitamento totale del Comune di Offida, di 22.014.680,98 euro.

«A questo – proseguono Palmaroli e Acciarri – vanno considerati anche circa 3-4.milioni di euro di fideiussioni prestate dall’Amministrazione, a quanto è dato conoscere dai bilanci della partecipate stesse. In questo scenario, se l’indebitamento crescesse con il trend del 21% annuo, entro il 2016, potremmo raggiungere oltre 100 milioni di euro, tra debiti ed impegni, cioè il tracollo finanziario dell’ente».

I membri del Pdl osservano che in Consiglio Comunale sono sfuggite, ai «distratti consiglieri», le gravi inadempienze dell’amministrazione sottolineate dal Revisore Unico nel rendiconto e non si è ancora effettuata la verifica imposta dalla legge di accertare le finalità istituzionali delle società partecipate per procedere alla cessione di quelle che perseguono finalità diverse.

«In più – conclude il consigliere Palmaroli – l’affidamento di compiti e servizi effettuato in favore di società partecipate, non avendo organizzazione e capacità tecnica necessaria, hanno affidato a loro volta, senza effettuare una pubblica gara, l’appalto ad altre società».