SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Le aree standard per verdi e servizi pubblici di quartiere sono nettamente al di sotto dei valori di legge nel piano regolatore cittadino, chiedo chiarezza al sindaco anche alla luce dell’ultima variante relativa al lascito Rambelli in zona Valle del Forno. Segnalerò la cosa anche alla Procura della Repubblica».

Bruno Gabrielli, consigliere comunale del Popolo della Libertà, presenta una interrogazione ufficiale al sindaco su tematiche urbanistiche, tornando a contestare la variante normativa all’articolo 48 delle norme di attuazione del Prg (approvata nel 2008) e la recente variante che muta da “zona agricola” a “verde pubblico di quartiere” la destinazione urbanistica di alcuni terreni del lascito testamentario Rambelli, in zona Valle del Forno.

Andiamo con ordine. Nell’interrogazione presentata da Gabrielli si legge: «Nella relazione tecnica allegata alla delibera per il lascito Rambelli (approvata nel consiglio comunale del 29 aprile) si legge in premessa che “il progetto scaturisce dalla necessità di un sostanziale incremento degli standard urbanistici per mezzo dell’utilizzo di aree già di proprietà comunale. Incremento indispensabile per il sopraggiungere di nuovi schemi caratterizzanti l’urbanistica moderna, i quali tendono sempre di più ad un pragmatismo riconducibile al riconoscimento di una città reale e non semplicemente teorica o peggio cartacea”. Ed ancora “tale incremento potrà essere utilizzato nel futuro per varie finalità come ad esempio: serbatoio di standard necessario per la monetizzazione, altri piani particolareggiati di iniziativa pubblica, incremento del fabbisogno per il piano particolareggiato di cui alla l.reg.9/2006”».

Gabrielli contesta, in sostanza, che l’area Rambelli possa essere equiparata ad aree verdi di quartiere, «perchè è una zona periferica estraniata dal contesto urbano». Contesta il concetto di “monetizzazione”, traducendolo con questa espressione: «Questa area verde pubblica piazzata in collina può dare il lasciapassare ad incrementi volumetrici in zone residenziali urbane».

L’esponente del Pdl torna poi ad una sua vecchia battaglia, quella contro la variante all’articolo 48 del Prg. «Denunciai fin dal 2008, inascoltato, che dalla sua approvazione sarebbe venuto meno il rispetto del quantitativo minimo per legge di standard urbanistici per abitante, cioè 18 metri quadri per individuo. Lo confermò anche la Provincia stessa, con la giunta Rossi, prescrivendo il riconteggio degli standard. E il 29 aprile scorso cosa dice Gaspari al consiglio comunale? Che gli standard effettivi in città corrispondono a circa 12 metri quadri per abitante. Questo emerge dallo sbobinamento delle sue dichiarazioni».

Perciò nella sua interrogazione Gabrielli chiede di entrare in possesso della documentazione effettiva sugli standard e conclude: «Come si può ritenere plausibile che l’incremento degli standard derivanti dalla variante Rambelli possa essere utilizzato nel futuro come serbatoio di standard necessario per la monetizzazione e non esclusivamente per cercare di colmare l’enorme divario esistente per rispettare la legge?».