SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Bandiera blu uber alles: tutti entusiasti per l’arrivo del prestigioso riconoscimento ambientale a San Benedetto, Grottammare e Cupra. Ma è possibile anche dare una interpretazione critica (nel senso di non appiattita) sulla valenza del riconoscimento. Vi riproponiamo un pezzo apparso un anno fa in questo giornale, tornato d’attualità in questi giorni. Non tanto per il gusto di essere una voce fuori dal coro – c’è anche quello, per carità –  ma anche per creare un dibattito e dare voce a fatti e opinioni alternativi. Non è forse questo il sale della democrazia e, allo stesso tempo, una delle funzioni della stampa?
(articolo uscito su Rivieraoggi.it l’otto maggio 2009)
Bandiera Blu, ovvero della differenza fra essere e apparire

Nuovo riconoscimento per la qualità delle spiagge e degli approdi turistici conferito dalla Fee. Ma oltre il velo dei facili entusiasmi proviamo a fare un ragionamento

Nuove Bandiere Blu per le nostre spiagge e per il nostro approdo turistico. Evviva, siamo tutti contenti. Sono riconoscimenti che si dice attirino i nostri turisti e i nostri diportisti.

Per dovere di cronaca, registriamo anche pareri difformi sulla Fee e sulla Bandiera Blu; c’è anche chi come Sebastiano Venneri di Legambiente mette in luce aspetti a suo dire controversi dei criteri di assegnazione di questi ambiti riconoscimenti.

Di sicuro a San Benedetto fa piacere vedere le meritevoli attività dell’assessorato all’Ambiente per quanto riguarda l’educazione ambientale nelle scuole, la raccolta differenziata in genere e quella obbligatoria negli stabilimenti balneari e anche nelle spiagge libere. Tutti criteri che fanno accrescere il punteggio, assieme ai controlli (che peraltro sono di legge, andrebbero fatti comunque) effettuati dall’Arpam una volta ogni 15 giorni sulle acque sottocosta e al largo presso otto punti del litorale sambenedettese, soprattutto in prossimità delle foci dei corsi d’acqua. Controlli tutti tranquillizzanti, peraltro, a quanto riferisce anche la Guardia Costiera.

ESSERE E APPARIRE Ma come ogni certificazione, anche la Bandiera Blu per definizione ingabbia, inscatola, formalizza il divenire del reale, dell’immediato. Sta a significare che un conto è l’etichetta sulla spiaggia, un conto è la percezione immediata da parte di chi vive le spiagge. San Benedetto ha la bandiera blu e la Sentina è una Riserva Naturale (per fortuna), ma nessuno con un po’ di sale in zucca farebbe un tuffo nelle prossimità della foce del Tronto. Le foci dei vari torrenti cittadini mostreranno forse acque pulite, ma non esibiscono uno spettacolo aggradante per chi arriva in spiaggia in quei punti. La foce dell’Albula, per pulita che voglia essere da erbacce e tronchi, comunque non ispira beltà.

A Grottammare, per esempio, a concorrere per la Bandiera Blu sono stati solo il lungomare nord e quello sud, sta a significare che la foce del Tesino è un parente povero non certificato. Vallo a spiegare al turista che se la trova davanti, magari vedendo con occhio vergine la Riviera uscendo dal casello autostradale di Grottammare.

In Sardegna, dove il mare è uno spettacolo della natura, lungo tutta la vasta costa ci sono solo due località che hanno la Bandiera Blu per le spiagge, a Rena Bianca (Santa Teresa di Gallura) e La Maddalena.

Eppure chiunque si rechi nell’isola adora quelle acque, e chi non ci si reca le sogna. In tutta la Sicilia ci sono appena quattro Bandiere Blu. Nel fantastico Salento ce ne sono solo due. Da Cervia a Termoli, invece, è praticamente un continuo di spiaggie laureate all’università della Fee.

«Fornire i dati alla Fee per ottenere la Bandiera Blu si fa su base volontaria, vuol dire che in Sardegna non hanno voluto partecipare oppure hanno i requisiti delle acque pulite ma non quelli dei servizi sulla spiaggia», puntualizza l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci.

In fin dei conti, la Bandiera Blu è un modo che hanno le spiagge “di città” per guadagnare appeal nella conquista dei turisti, in concorrenza con le spiagge “selvagge” del sud Italia.

Sta bene, non c’è nulla di male in questo. La Bandiera Blu va benone, però lasciateci fare queste puntualizzazioni critiche che nessuno, ci pare, a San Benedetto fa, a costo di voler apparire come i guastafeste di turno.