SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In una Sala Consiliare nuova di zecca, ma ancora afflitta dall’obsoleto metodo di votazione ad alzata di mano, il Consiglio comunale di giovedì sera ha approvato l’affidamento in concessione della gestione degli impianti di pubblica illuminazione e semaforici, mediante un bando pubblico.

Una norma che nel corso dell’assise ha scatenato più di una discussione. «Ci sono state già sei Commissioni per decidere quale delibera portare in assise ed evidentemente sono troppo poche», ha stigmatizzato Pasqualino Piunti (Pdl). A sinistra invece, ad opporsi sono stati il socialista Mario Narcisi (anch’egli favorevole ad un rinvio della discussione per un dibattito più approfondito) e Daniele Primavera di Rifondazione Comunista. Soprattutto quest’ultimo è parso parecchio critico con l’amministrazione comunale: «La storia della proposta di un bando per far pagare meno i servizi ai cittadini è una favola. In questo modo i servizi uscirebbero ulteriormente indeboliti dalla privatizzazione».

«E’ inutile continuare il discorso all’infinito», ha replicato il sindaco Gaspari. «L’intervento costerà complessivamente due milioni e mezzo di euro e la ditta prescelta si prenderà l’impegno di assumere ed assorbire tre dipendenti della Multiservizi, che tutt’ora si occupano del settore dell’illuminazione». Soluzione ottimale per il primo cittadino, considerato che, così facendo, la municipalizzata «potrebbe sfoltire la “rosa” attuale dei 26 dipendenti, tutti assunti a tempo indeterminato».

La durata della concessione ai privati sarà comunque ridotta dai venti anni inizialmente prestabiliti ai quindici. «Non siamo nelle migliori condizioni per stipulare un contratto così lungo», ha obiettato il consigliere del centrodestra, Giorgio De Vecchis.

Nella lunga serata, che ha visto tra le altre cose anche l’approvazione dell’avanzo di amministrazione dal rendiconto dell’esercizio 2009, non poteva non balzare all’occhio il gelo presente tra gli esponenti del Popolo della Libertà, Pasqualino Piunti e Luca Vignoli. Seduti uno di fianco all’altro, i due vecchi militanti di An non si sono degnati di sguardo e parola. Una frizione nata secondo qualcuno durante la recente campagna elettorale per le regionali e che al momento appare difficile da ricucire.