GROTTAMMARE – Martedì presso l’Istituto Tecnico per Geometri “Pericle Fazzini”, è stato presentato il progetto sperimentale per la riduzione del rischio sismico nel territorio della Val d’Aso. Il progetto prende il via da una precedente esperienza degli studenti dell’Istituto Fazzini, il “Transismic”, con il quale i ragazzi analizzarono il rischio sismico in Albania, a GJirokastra, e a Grottammare.
Il progetto, della durata di un anno, consiste nel mettere in atto un’attività di prevenzione attraverso uno studio del territorio. Concretamente verranno scelti tra le classi quarte una decina di studenti per istituto, tra quelli di Grottammare, Ascoli e Fermo, per creare delle squadre che compilino le schede di vulnerabilità degli edifici nei centri storici di 24 comuni della provincia di Ascoli Piceno e Fermo.
Il tecnico del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Elena Speranza, ha illustrato il progetto nel dettaglio chiarendo anche la posizione del dipartimento stesso, (Ufficio mitigazione e valutazione del rischio sismico), che collaborerà attivamente all’iniziativa. Il compito di quest’ultimo consisterà proprio nel coordinamento delle varie attività incaricandosi anche della formazione degli studenti, tramite l’intervento di geologi, architetti ed ingegneri, ed infine rielaborare i dati e formulare il rischio sismico.
Il rischio sismico si valuta su tre parametri fondamentali: vulnerabilità, pericolosità ed esposizione. In base alla rielaborazione di questi tre elementi si costituirà lo scenario di danno. Il territorio verrà quindi analizzato per compartimentazione, ovvero per zone: il centro storico verrà monitorato edificio per edificio fornendo una vulnerabilità di dettaglio, lo studio sarà qui condotto dagli studenti affiancati da un tutor, mentre le zone esterne al centro avranno un’analisi di rischio di tipo speditivo, più generale.
Queste valutazioni saranno quindi poi utili alle varie amministrazioni comunali per eventuali piani urbanistici, per evidenziare zone meritevoli di approfondimento della vulnerabilità sismica e, non ultimo, si avranno a disposizione dei tecnici, gli studenti, capaci di affrontare rilevamenti su edifici danneggiati nel caso di attività sismica.
Il progetto, come ricorda Pierpaolo Tiberi, funzionario della Regione Marche, è sicuramente molto ambizioso in quanto la zona da monitorare è ampia e le risorse economiche limitate, ma la sua importanza è stata ampiamente affermata. Si prevede di cominciare i lavori per l’inizio del nuovo anno scolastico, mentre nel mese di maggio si intende reperire il numero di studenti necessario all’iniziativa. Inoltre il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile valuterà il lavoro compiuto dagli studenti così da poter esportare il modello Val d’Aso anche in altre province.
Da parte degli insegnanti e degli dirigenti scolastici insorgono alcuni dubbi e preoccupazioni sulla effettiva conciliazione di tali impegni con quelli fortemente vincolanti e logistici dell’apparato scolastico. D’altro canto gli assessori alla protezione civile di Ascoli, Giuseppe Mariani, e di Fermo, Adolfo Marinangeli, entusiasti del progetto, ipotizzano la possibilità di una formazione degli studenti attraverso degli stage estivi preso le amministrazioni provinciali nella creazione di un percorso professionale futuro.
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