SAN BENEDETTO DEL TRONTO- “Serio e concreto pericolo di reiterazione del reato” e “sorta di branco”.

Formule che ritraggono il gelo di una brutta storia. Il Gip di Ascoli Carlo Calvaresi, su richiesta del P.M. Umberto Monti, ha ritenuto opportuno il carcere con isolamento specifico per Marco Pagano, 24 anni, Antonio Marrone 20enne aquilano e Bledar Shehu anche lui 20enne, albanese mentre K.K. il quarto è tutt’ora irreperibile. Autori di un pestaggio a sangue ai danni di alcuni coetanei, avvenuto nel novembre scorso.
Tutti e tre sono stati arrestati all’alba di venerdì. Pagano a San Benedetto, Marrone a Monsampolo e Shehu a Martinsicuro. Pagano, recidivo, e Shehu sono già noti alle forze dell’ordine. Il primo per precedenti specifici e stupefacenti, il secondo per reato contro il patrimonio e possesso di armi.

I quattro, come ha tenuto a sottolineare il Capitano Giancarlo Vaccarini nella conferenza stampa di sabato, componevano a tutti gli effetti “un branco”, un qualcosa che ricordava il film “Arancia Meccanica”. Difatti sembrerebbe che i quattro avessero all’interno della loro macchina diverse mazze da baseball da usare all’occorrenza. Ferocia bestiale, cieca e ingiustificata nei confronti di chiunque si opponesse alle loro vessazioni o semplicemente si trovasse sul loro percorso.

Così come secondo gli inquirenti è accaduto intorno alle 0,30 dell’undici novembre 2009, in Largo Danubio a Porto d’Ascoli dove, senza un motivo plausibile, sono stati picchiati a sangue con ferocia inaudita quattro giovani di Ripatransone che erano scesi quella sera per divertirsi e si sono ritrovati all’Ospedale con prognosi medie di oltre un mese e mezzo.

Da ricordare che i tre imputati risiedono a Martinsicuro dove, a distanza pochi mesi prima, il 10 agosto del 2009 perdeva la vita il giovane lamense Antonio Di Meo ucciso di botte da tre rom. Ma veniamo ai fatti secondo la ricostruzione compiuta dai Marescialli Domenico Princigalli della Stazione di Ripatransone e Antonio di Mascio di Porto d’Ascoli, dopo circa cinque mesi di indagini difficili e intricate per la complessità degli eventi svoltisi in rapida successione.

N.S., minorenne, era intervenuto in difesa di una ragazza che insieme ad un suo amico era stata molestata da Marrone, Pagano e Shehu. Il trio, per tutta risposta, gli si è scagliato addosso, colpendolo ripetutamente a schiaffi. A questo punto intervengono gli amici dell’aggredito ma vengono subito assaliti e uno di loro ha la peggio ricevendo in pieno volto il casco da moto vibrato da Shehu.

A questo punto sarebbe intervenuto il quarto del branco K.K. (latitante) il quale, dopo aver attirato a sé con modi gentili N.S., nel frattempo lasciato libero da Pagano, gli sferra un violentissimo pugno al volto procurandogli lesioni guaribili in 40 giorni con indebolimento permanente della masticazione.

Stessa sorte è accaduta a L.M., minorenne e A.A. maggiorenne presi a calci e a pugni, compresa la testa, da Marrone e Shehu. Per L.M. la prognosi è stata di lesioni guaribili in 35 giorni per trauma facciale con frattura delle ossa nasali. Non ancora soddisfatto Pagano avrebbe rivolto la sua furia bestiale senza nessun motivo apparente contro L.V. colpendolo al volto con un pugno violento e continuando a sferrare calci quando questo era già a terra. Per lui un trauma contusivo facciale.

«Occorre una maggiore cooperazione tra i gestori di questi locali – precisa il capitano Vaccarini – e le Forze dell’Ordine. Non ci si può fermare solo al divieto di servire bibite in bicchieri di vetro o chiudere alle due di notte. Come per le discoteche, ci vorrebbero steward o buttafuori per locali particolarmente frequentati da giovani».

Secondo gli agenti dell’Arma, la possibilità che eventi del genere si ripetano è rimasta intatta. Difatti proprio nella notte di venerdì 24 aprile, dopo le due, presso un locale cittadino chiuso per la tarda ora, una macchina è entrata nel parcheggio e ha sfondato la porta del locale penetrandovi all’interno.