Penso che la visita alla Sacra Sindone, al di là del credo religioso, possa comunque essere un momento emozionante anche per chi ci si avvicina con dubbi e perplessità.

La prima volta che la vidi fu per caso; mentre aspettavo la coincidenza alla stazione ferroviaria, andai a visitare la città ed entrando in una chiesa vidi la Sindone. Mi sentivo abbastanza scettico, ma osservando meglio qualcosa mi colpiva.

Non saprei dire bene che cosa, forse perché lì vedevo l’immagine di un uomo sofferente e mi veniva da pensare alla sofferenza umana, alle offese che ancora oggi molti uomini devono subire ingiustamente, se esista un giustizia e una speranza. Non è detto che ci si può accostare alla Sindone solo vedendo in essa il telo che testimonia la resurrezione di Gesù, o chiedendosi fino a che punto questo corrisponda alla verità storica, ma già avvicinarsi pensando che per mille anni tanti uomini l’hanno osservata riflettendo, cercando risposte sulla loro vita o sulle loro concezioni dell’esistenza umana, già questo emoziona e ti fa pensare che in fondo tutti siamo alla ricerca di risposte, e ci troviamo, credenti o non credenti, dalla stessa parte.

Un po’ come avvicinare un’opera d’arte, un dipinto, che ti trasmette il senso della Bellezza al di là del soggetto sacro o profano rappresentato, o come vedere un monumento antico, come le piramidi, che esprimono il bisogno di imponenza, di uno slancio verso l’alto che sta nell’uomo, ricco o povero che sia.

E poi le vicende avventurose con le quali la Sindone è stata tramandata fino ad oggi: la strada dalla Terra Santa, per la Grecia, Costantinopoli, Francia e infine a Torino, passando per la vita di cavalieri, principi, suore e anche povera gente. In questo senso sì, la Sacra Sindone, come un documento sull’uomo, appassiona e colpisce.

Ed anche per gli uomini di scienza la disputa è interessante: questa immagine che fotografata dà, al negativo della foto, il volto e il corpo di un uomo, è ritenuta secondo una tesi scientifica impressa non da contatto, ma da irraggiamento: di che cosa? di un corpo risorto? Le risposte possono essere diverse, in base alla fede di ognuno, ma l’interrogativo è appassionante per tutti, ed è già un fatto importante.