SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Fare un tuffo nella memoria, talvolta, è bellissimo. I Padri Sacramentini in occasione del loro 70esimo anno di presenza, forte, nella città delle palme hanno dato questa possibilità tramite un convegno, giovedì all’auditorium comunale.

Una mostra fotografica sulla storia della chiesa e un libro, che saranno presentati a breve, ripercorrono le tappe più importanti nella crescita e sviluppo della comunità sambenedettese.

Nel convegno questi eventi sono stati raccontati da chi li ha vissuti in prima persona e da chi se ne occupa per passione.

Ringraziamenti e saluti da parte di Tito Pasqualetti e del Vescovo Gervasio Gestori hanno fatto seguito ad un breve filmato realizzato da Gianfranco Marzetti raccogliendo le vecchie foto e le vecchie testimonianze.

Non poteva mancare il saluto del Sindaco Gaspari ad una sala gremita che rimarca due concetti. La comunità è sempre stata vicina ai Padri Sacramentini dimostrando «adesione, partecipazione ed affetto vero, e profondo» ed il sentimento è stato reciproco.

«La crescita della comunità si è avuta grazie a chi è passato qui ed ha operato con passione», ha continuato il primo cittadino che poi ha espresso preoccupazione riguardo ad una perdita di valori importanti nella vita di comunità come l’unione, l’amicizia e la fiducia tra concittadini.

Gli fa eco il cultore di storia locale Gabriele Cavezzi che concentra il suo intervento su tutto quanto circondava la chiesa negli anni subito seguenti la sua costruzione: i funai intorno l’Albula, le abitazioni degli imprenditori edili e la prima casa di cura costruita a San Benedetto grazie al dottor Boccabianca. Un’ultima battuta riguardava i ragazzi della parrocchia quando, più di 40 anni fa, andavano in spiaggia per giocare a calcio: venivano soprannominati “buzzarò” (scarafaggi) perché erano vestiti completamente di nero. L’episodio, raccontato in dialetto, è stato un simpatico siparietto tanto per alleggerire l’atmosfera.

Ugo Marinangeli, grande memoria storica della città, ha letto diverse missive dei primi anni ’40 che intercorrevano tra i fondatori della parrocchia quando la loro missione doveva ancora iniziare o era appena iniziata.

Le difficoltà degli studenti di teologia, dell’insediamento nella comunità; il lavoro svolto dalla parrocchia per la città sono state testimoniate da Padre Leopoldo Cristinelli, Padre Giuseppe Crocetti e Padre Fiorenzo Salvi.

I Padri Sacramentini sono una fondamentale parte della storia della città di San Benedetto perché hanno aiutato la ricostruzione dopo il bombardamento, sono stati sempre presenti nella vita di paese, da quando era un piccolo borgo ad ora che è diventata una grande realtà, hanno seguito gli “sfollati” durante la guerra fornendo sempre un grande supporto materiale, morale e spirituale.

Da 70 anni sono un punto fermo nella vita spirituale per tutti i fedeli non solo della città ma anche delle città confinanti e l’augurio che i sacerdoti si sono ed hanno rivolto è che sia così per sempre.