SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Rosalba Ortenzi, Paola Giorgi, Sara Giannini, Maura Malaspina, Elisabetta Foschi, Franca Romagnoli, Graziella Ciriaci. Sono le sette donne elette dai marchigiani in Consiglio Regionale, su quaranta consiglieri. Una minoranza equamente ripartita tra centrosinistra e centrodestra, ma geograficamente spostata verso il centro nord.
Difatti la provincia picena si fregia del poco gratificante risultato di aver eletto sei consiglieri uomini a fronte di nessun consigliere donna. Come dire: l’altra metà del cielo non ha proprie rappresentanze. Eppure c’erano le quote rosa, l’obbligo di schierare almeno due donne su sei nelle liste. Al di là del buon risultato di Nadia Lucadei della Lega Nord, prima nelle preferenze con 750 voti nel suo partito, degli apprezzabili riscontri di Cinzia Peroni (1.309) e di Palma Del Zompo (1.029), per il resto sono dolori o quasi, senza dimenticare che qualche partito è stato costretto alla quasi umiliante ricerca di candidate per riempire la lista, poiché in diverse hanno rifiutato di scontrarsi con candidati uomini di riconosciuto seguito.
Come si può, allora, risolvere questo problema? Oppure la presenza delle donne nella politica può considerarsi non così strettamente necessaria?
Le “quote rosa” (ovvero l’obbligo di rispettare una percentuale minima di candidati donna nelle liste) non sembrano sortire effetto, anzi. I partiti sono abituati a tante forzature rispetto alla democrazia: a questo punto obbligare ad una presenza tra gli eletti delle donne di una percentuale minima (almeno il 30%) potrebbe davvero rappresentare una prima rivoluzione in un sistema iper-maschilista.
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Le donne fanno paura è il titolo di un ottimo libro di Chiara Valentini (già caporedattore a Panorama e l'Espresso). Il testo del 1997, ancora tremendamente attuale, analizza la condizione della donna in Italia nell'ultimo secolo e molto dice della politica. Ci sono motivi culturali e sociali, già dai tempi della Costituzione, che allontanano le donne non atnto dalla politica QUANTO DAI POSTI CHE CONTANO. Sono Panda. La rivoluzione deve cominciare dai lavori domestici: soltanto in Italia le donne svolgono il doppio lavoro che poi sottrae inevitabilmente energie alla vita pubblica, un uomo quando torna a casa si mette a… Leggi il resto »
E' un gravissimo problema quello della mancanza di donne in politica. La vita di oggi mette sotto pressione l'universo femminile, che spesso deve dividersi tra lavoro e famiglia. Per molte donne sarebbe insostenibile occuparsi attivamente di politica. E' un deficit insopportabile che fa molto male all'italia, e il misoginismo strisciante ne è la dimostrazione più chiara. In che altro modo si potrebbe spiegare la violenta e scellerata opposizione dei governatori leghisti alla RU486? In che modo, se non con il loro misoginismo: "La donna deve soffrire! Se la donna vuole abortire, lo deve fare nel modo più doloroso possibile, e… Leggi il resto »
Lripani: l'Italia è un paese che non premia il merito ed è cosa nota. Come vengono discriminate le donne; vengono discriminati anche i giovani e le persone molto troppo preparate. La cultura vincente in Italia è quella delle relazioni interpersonali e quella del ricatto, il resto sono chiacchiere.
secondo me le quote rose non servono! ,non si può stabilire a tavolino una percentuale di donne o di uomini,ma bisogna lasciare la scelta agli elettori che votano in base alle capacità e al modo di pensare di una persona e non in base al sesso,poi se gli elettori decidono di manadre tutte donne o tutti uomini a governare segnifica che ritenevano tali persone più capaci (o per lo meno si spera!)
di LAURA RIPANI Il punto è che un Paese che non riconosce rappresentanza al 52% dei propri elettori, cioè le donne, NON E' DEMOCRATICO. Se poi ci aggiungiamo il 30% di astenuti, ecco che viviamo in un'oligarchia nella qaule prevale la legge del più forte. Oggi le donne hanno risultati migliori a scuola (si laureano prima e con voti più alti): ma quando entrano nel mondo del lavoro sono penalizzate. Semplicemnete perchè all'Università anche i maschietti devono sgobbare e provvedere a se stessi. E così possono venire fuori le differenze di COMPETENZA a parità di impegni domestici, quando ci si… Leggi il resto »
per correttezza di informazione volevo segnalare che non è stata citata nell'articolo la donna più votata del piceno: nella lista pd valeria senesi…una puntualizzaizone per correttezza d'informazione….
Paola, hai ragione in quanto a numero di consensi, tuttavia la Senesi è arrivata quinta su sei nella sua lista, il Pd.
Ma signori miei avete visto chi ha vinto alle communali di APPIGNANO DEL TRONTO una donna con oltre 600 voti in più del candidato del pdl e dire che al pdl ha fatto comizi sia il sindaco di ASCOLI che il presidente della PROVINCIA nonostante c'ìò ha vinto una DONNA che può ben definirsi una grande io mi chiedo quante donne nel piceno possono vantare un successo simile senza aiuti politici dalle sedi centrali la fiducia del voto va conquistato sul campo del proprio territorio.
LRipani: all'università che ho fatto io le donne avevano i risultati totalmente in linea con quelli dei maschi. Ripeto che il tuo intervento sottolinea delle mancanze del sistema Italia che non sono solo delle donne ma anche di molte altre categorie. Il part time o i contratti a progetto li devono subire tutti i neoassunti (indistintamente tra maschi e femmine). Forse è il caso che le femministe capiscano quello che ha detto il padre di Daniele Primavera cioè che qualcuno vuole che nulla cambi, rimango tutto così per eliminare la concorrenza e consolidare il potere visto che gli Italiani dovranno… Leggi il resto »
http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b0.03.12.18.37 http://blog.leiweb.it/lavoro/2010/01/06/se-sei-neolaureato-ma-uomo-guadagni-di-piu/ Ancora una volta, una donna DEVE dimostrare di avere ragione, invece di essere ritenuta attendibile. Evidentemente agli uomini interessa più cosa fa stasera l'Inter piuttosto che sapere come va il mondo al di fuori dei loro piccoli interessi. Comunque ho linkato due delle migliaia di autorevoli siti (a gennaio è uscita anche un'Ansa) che dimostrano come le donne SI LAUREANO PRIMA E MEGLIO, ma poi GUADAGNANO MENO. E questo non perchè siamo piagnose femministe isteriche convinte di essere discriminate: LO SIAMO DAVVERO, soprattutto in Italia. Almeno chi critica faccia la fatica di aprirli visto che non ha fatto… Leggi il resto »
@lripani: io vengo da un'università estremamente meritocratica (le medie dei voti venivano normalizzate per non regalare i 30…) tutto veniva e viene monitorato (quantili di appartenenza compresa) e non sono mai risultati dati di disparità dei risultati tra uomini e donne. Le statistiche riportate da te sono da contestualizzare le donne si orientano spesso verso università umanistiche che hanno molto meno mercato di altre università più tecniche. Un giornalista che riporta statistiche un po' a casaccio non depone a suo favore…. Ripeto, le disparità ci sono per tutti: giovani, donne, extracomunitari…. i USA ci sono i WASP (white anglo-saxon people)… Leggi il resto »
Umanistiche? Meno mercato? Contestualizzare? Altro che 30, qualunque mio professore ti avrebbe già bocciato! Ma con quale protervia si può affermare che la propria, piccola, esperienza personale, si possa elevare a fenomeno universale? Con quale arroganza si possono contestare statistiche fatte su TUTTE le università italiane, riportate dall'Ansa e dal Corriere della Sera (Leiweb è il femminile legato al Corrierone)? E' così che si studia? A negare anche l'evidenza senza uno straccio di prova (anche perchè non possono essercene di contrarie, è una realtà)? Cita uno studioso, un docente, un editorialista, UNA RICERCA che non sostenga quanto ho detto. MA… Leggi il resto »
@lripani: 1) io vengo da un Politecnico (statale) e da un corso di laurea annoverato dal Financial Times nel Top 20 Business School d'Europa. Faccio consulenze per gruppi industriali dal fatturato di svariati miliardi di €. AL Politecnico di Milano il merito è di casa; nessuna caratteristica sociale può influenzare il giudizio dei professori poichè ci sono rigidi algoritmi matematici che portano alla formulazione del voto che diventa un parametro relativo in quanto il quantile di appartenenza assume un significato maggiore. Io ho studiato sui testi in Inglese dell'Harvard Business Review… scusa se non conosco i Baroni locali… Per la… Leggi il resto »