ANCONA – «Un in bocca al lupo di cuore a Spacca, le Marche hanno bisogno di presidente forte»: è la prima dichiarazione di Erminio Marinelli, a metà delle proiezioni quando ormai è certa la vittoria del centrosinistra nelle Marche: «Ma non sottovaluti il problema del lavoro che è la vera emergenza delle Marche, sono certo che sarà la sua priorità. Se le leggi proposte dalla futura maggioranza saranno a favore della collettività potrà contare nella nostra collaborazione, io sono del Pdl ma sono prima di tutto delle Marche. Fino ad oggi non sono stato mai in minoranza e spero che la maggioranza non si arrocchi su se stessa».
Quindi Marinelli passa all’analisi politica del voto: «Senza l’Udc abbiamo superato il risultato di cinque anni fa grazie alla Lega. Sia alle regionali, sia alle europee l‘Udc aveva il 7,2%. Gli elettori dell’Udc per tre quarti hanno seguito purtroppo il partito. Avrei sperato in una percentuale minore. A questo va aggiunto il risultato notevole dell’Idv che bissa le scorse europee». Sull’astensionismo Marinelli spiega: «Una delle cause della sconfitta è l’astensionismo che nelle Marche si può definire di centrodestra perché è stato più forte nelle Province dove il centrodestra dovrebbe raccogliere più voti. Infatti mentre ad Ancona e Pasaro, dove il centrosinistra come sempre ha il vantaggio maggiore, hanno votato il 63-64 per cento degli elettori, nelle altre Province storicamente meno rosse l’astensionismo è stato più elevato (Ascoli e Fermo al 61%). I votanti del Pdl alle europee erano stati 312mila, oggi sono circa 220mila. Mentre noi perdiamo 90mila voti, quasi il 30%, il Pd ne perde meno di 50mila».
Marinelli poi ammette un ritardo nella campagna elettorale, a noi negato durante una intervista (ma era scontato, dato il periodo di campagna elettorale): «Abbiamo pagato anche un ritardo di visibilità rispetto a Spacca che governa da cinque anni. Basta guardare la mia Provincia, Macerata, dove c’è poco distacco fra le due coalizioni nonostante il centrosinistra incassi un Udc sopra di tre punti rispetto alla media regionale. Addirittura al 19% a Treia città del segretario regionale del partito».
Sul Pdl Marinelli dice: «A differenza di una tenuta molto forte a livello nazionale, il partito è sceso di oltre tre punti rispetto alle europee e, come già detto, di 90mila voti. In cinque anni non è riuscito a crescere nemmeno di una briciola rispetto alle elezioni del 2005. Forse anche nella composizione delle liste serviva più oculatezza: dove i candidati consiglieri erano forti, come ad esempio a Fano, abbiamo fatto una bellissima figura. Sono sereno di quello che ho fatto. Da sportivo ho dato 120% ma senza un adeguato supporto regionale del Pdl. Sto preparando una relazione di queste elezioni regionali che consegnerò presto al Presidente Berlusconi».