dal settimanale Riviera Oggi numero 815

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Brevi analisi critiche di alcuni dei candidati piceni al consiglio regionale
CANDUCCI PAOLO(Verdi) Difendere l’ambiente (buon operato su raccolta differenziata e finanziamenti per il Paese Alto) può andare d’accordo con i ripascimenti fantasiosi promossi dall’assessorato regionale alla Difesa della Costa del Verde Gianluca Carrabs? Non è meglio mettere scogliere, a questo punto, piuttosto che prendere sabbie nere dai fondali del profondo Adriatico, o triturare i sassi in sabbia come si sta facendo alla foce del Tesino? Sulle spiagge troppi soldi che rischiano di essere sprecati, sommersi dalle onde.

CENERI GABRIELLA (Udc): Materna e combattiva, determinata nel tornare in politica. Ma l’Udc non convince appieno. Come si fa a sostenere un governatore di centrosinistra in Regione e andare con il Pdl di Pistarelli alle elezioni per il Comune di Macerata?

COLONNELLA PIETRO (Pd): Campagna elettorale pienissima, puntando molto sull’entroterra e sulla montagna picena. L’ex presidente della Provincia lì può andar forte. Però ditegli che sta nel Pd, non nella sinistra. Già, perché sta prendendo molte posizioni più vicine alla sinistra che al suo partito: no al nucleare, salario minimo garantito…E come la mettiamo con l’Udc?

COSTANTINI EDIO (Udc) Se venisse eletto in Regione, riuscirebbe a “emanciparsi” dalla sua formazione culturale ultra cattolica ed essere un rappresentante “laico” del Piceno? E se gli venisse a chiedere un contributo economico un’associazione come ad esempio “On the road”? Sì, proprio quella che ha subito dure critiche dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per la sua iniziativa di distribuire preservativi alle prostitute lungo la Bonifica del Tronto.

DEL ZOMPO PALMA (Italia dei Valori) Amazzone delle pari opportunità, vendicatrice dei “torti” del sistema sanitario piceno. La dottoressa Del Zompo si tuffa nella lotta al voto fra compagni di partito ingombranti. Avrà le spalle abbastanza larghe?

DONATI SANDRO (Italia dei Valori) Campagna elettorale discreta, ma incisiva. Già, perché l’assessore regionale uscente, con un ruolo alle spalle anche nella Croce Rossa, è principe nei contatti trasversali e nella raccolta di voti nel mondo associativo. Dieci anni in Regione non si fanno per caso. Alquanto giovane anagraficamente, ma “vecchia volpe” della politica. Ma l’Italia dei Valori non era il partito del “nuovo”?
FANINI ELDO (Italia dei Valori) L’assessore allo Sport del Comune di San Benedetto punta in alto. Dedicarsi (con un certo profitto, va detto) agli impianti sportivi fra le palme non gli basta più, vuole Ancona. Ora nell’Idv, entrò in consiglio comunale con una lista mista e la tessera del partito di Mastella, l’Udeur. Peccati di gioventù, speriamo non li ripeta.

INFRICCIOLI PIETRO (Lega Nord) La scommessa del leghismo nel Piceno stava per essere premiata alle ultime elezioni europee, quando per pochi voti non andò a Strasburgo. Ma deve dimostrare un radicamento nel territorio, con iniziative e prese di coscienza sui problemi piceni che ancora non vediamo. Poi i cittadini potranno giudicarlo meglio.

MANCINI GIORGIO (Sinistra Ecologia e Libertà) Volto giovane e dinamico, portavoce di una politica “de core” e di impegno. Uno dei pochi a sollevare fra i politici la questione dei finanziamenti elettorali. Più convincente nella critica dell’esistente, però, che nella sua proposta del possibile.

MERLONGHI DANTE (Italia dei Valori) Propone una società modello Quadrilatero anche fra Marche e Abruzzo. Di quella Marche-Umbria lui è consigliere dì amministrazione. E’ sicuro che le infrastrutture, strade e ponti e tunnel, siano sinonimo di posti di lavoro e rilancio economico. Noi no. Mettiamo che una azienda voglia chiudere: una strada migliore può renderle più facile la smobilitazione dei macchinari, più che invogliarla a non chiudere. Se manca la benzina, a che serve l’auto?

PERAZZOLI PAOLO (Partito Democratico) Macchina da guerra della campagna elettorale, l’esperienza che conta è sicura che conterà davvero alla conta dei voti. Punta a fare l’assessore. Fra vecchi pallini utopici come l’arretramento dell’A14 e nuovi target come il Distretto delle Energie, l’ex sindaco si presenta come alfiere del decisionismo del “meglio fare che non fare”. Ma il Governo del Fare, a Roma, se la passa maluccio, forse è meglio non berlusconizzarsi troppo

PRIMAVERA DANIELE (Rifondazione Comunista) Ribelle del centrosinistra, ora capopopolo rifondarolo a San Benedetto, l’enfant terrible potrà raccogliere i consensi che si è guadagnato con la dialettica in consiglio comunale e l’impegno sugli atti amministrativi. Ma dovrà pur convincere coloro che invece lo vedono come giovane esponente di un’idea antica, nemico degli imprenditori, addirittura nemico della proprietà privata.

ROSSI MASSIMO (candidato governatore Federazione della Sinistra) Quella vicenda del Testamento Ottaviani lo innervosisce un po’ e ne avrebbe fatto volentieri a meno. Non bastava l’Udc, ci si mette pure la Procura di Fermo dopo tanti anni. Sente ancora l’onda lunga della “congiura di palazzo” che sente di aver subito dal Pd prima delle provinciali 2009. Guardi avanti, il popolo dei Rossi si vuol contare.
SANTORI VITTORIO (Popolo della Libertà) Vive in un partito che anche nel Piceno segue la tendenza nazionale. Spalle reciprocamente girate e sibili di veleno sotto l’ombrello di Re Silvio. E non c’è neanche un Massimino che dica di comprarlo, ‘sto amalgama, se proprio manca. Per l’intanto basterebbe un po’ di democrazia interna. Comunque gli vada, dopo le elezioni l’avvocato grottammarese avrà il suo daffare nel ristrutturare il Pdl piceno.
SESTRI LEO (Partito socialista) Candidatura di servizio per l’assessore ai Lavori Pubblici. E infatti il suo slogan è “Ci sono anch’io”. Ma i socialisti ci sono ancora, e Gaspari ne sa qualcosa. Il “mastino” che lo tormenta non è forse proprio quel Mario Narcisi fotografato sorridente con Sestri in un volantino elettorale?

VIGNOLI LUCA (Popolo della Libertà)Nucleare? Yes, but not in my Sentina”. Partito nuclearista, candidato pure ma solo se da un’altra parte. Vignoli ricalca la tendenza dei vari candidati del Pdl in giro per l’Italia. Sanno che gli italiani temono l’atomo e soprattutto la gestione delle scorie, e di queste infatti non parlano mai. Né accettano una centrale nel proprio territorio. Meglio a casa di altri.