SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Puntualizzata la scelta della data, il 16 aprile, lontana dalle elezioni regionali «per mettersi al riparo da passerelle politiche», il convegno “Punteruolo rosso, una sfida da vincere insieme” presentato da Confindustria e con l’appoggio della Provincia di Ascoli si pone l’obiettivo di far conoscere alla collettività il problema del punteruolo rosso in maniera approfondita e far comprendere che esiste una speranza per salvare le piante attraverso il protocollo gestito dall’Assam. Il tutto attraverso le esperienze di relatori di altre Regioni, nonché dei referenti locali.
Un convegno quindi che porti ancor più in evidenza i risultati ottenuti grazie alla collaborazione dei tre Comuni interessati, San Benedetto, Grottammare e Cupramarittima, e dell’Assam, che possa dare una risposta alle domande dei cittadini.
In un primo momento il convegno, favorevole alla cura piuttosto che all’immediato abbattimento, sembra essere in conflitto con quello di Sanremo (tenutosi a gennaio 2009), dove si è puntato a far passare il messaggio che la “cura” migliore è abbattere subito la palma, come dichiarato al nostro giornale dal Presidente del centro Studi e Ricerche Palme di Sanremo Claudio Littardi, ci risponde l’ingegner Gianluca Lelii, affermando che il convegno che si terrà nella Riviera non avrà come fulcro la ricerca: «Il convegno di Sanremo ha un target diverso, di studiosi, noi ci poniamo un target diverso, il cittadino, con l’obiettivo di portare a conoscenza i risultati e le strategie adoperate dal 2007 ad oggi».
In definitiva forse è troppo tardi per combattere il punteruolo rosso solo con l’abbattimento, ma fortunatamente sembra che la visione se non è rosea poco ci manca. Il problema dell’abbattimento potrebbe essere quello di ritrovarsi con il patrimonio di palme decimato, e in più non avere la cura fra qualche anno quando l’invasione del parassita potrebbe ripresentarsi.
Il convegno dovrà e potrà fungere anche da base solida per la richiesta di fondi alla Regione. Perché ciò che manca, principalmente, sono le risorse economiche. «Sono arrivati per il progetto specifico soltanto 70 mila euro – afferma l’assessore Canducci – ne servirebbero almeno 500 mila». Dalla Provincia anche si stanno già muovendo con la realizzazione di un progetto di ricerca e monitoraggio da presentare in Regione e al Ministero.
Uno degli attuali problemi sono le palme private, come più volte detto occorre la piena collaborazione del cittadino che quotidianamente deve monitorare le proprie palme e comunicare celermente al Comune se nota qualcosa di diverso. È il caso di dire purtroppo, infatti, come spiega Roberto Lozzi dell’Assam, nei casi in cui il cittadino non voglia curare o far abbattere la palma malata, l’Assam può solo emettere l’ordinanza “lotta obbligatoria” ed è necessario poi procedere per vie legali, che hanno una durata di 1 o due anni. Va da sé che il tempo della Giustizia è troppo lungo per la vita che intanto il punteruolo rosso ha vissuto su quella e su altre palme, nel frattempo.
Tornando al convegno, Confindustria mira ad una più ampia collaborazione: uno dei relatori sarà il Direttore servizio Aree verdi di San Benedetto del Tronto Lanfranco Cameli, che mette in rilievo anche l’informazione deviata che si trova in internet «Il problema del punteruolo rosso va contestualizzato in base alla zona in cui ci si trova. Ad esempio in Israele hanno trovato una cura, ma utilizza prodotti chimici tossici per l’uomo, prodotti che in Italia sono stati messi al bando da 20 anni».
L’esperienza che è venuta fuori dal tavolo di Confindustria, che dura da tre mesi e che vede settimanalmente l’incontro di esperti, interessati e amministratori, vede la presenza di diversi convegni sul territorio nazionale, in cui vengono proposte diverse strategie, naturali e non, ma quello che è emerso è che nessuno ad oggi sembrerebbe aver ottenuto gli stessi risultati che sono stati ottenuti dalla Riviera delle Palme. Più volte ribadita la parola cooperazione.
Interessante è l’intervento del vicepresidente dell’ordine nazionale degli agronomi Reda Natale che pone l’accento sull’importanza che il ruolo dei vivaisti assume «Occorre cercare una specie resistente al punteruolo rosso, cercare di non puntare sull’unicità o la bellezza, ma la praticità. I vivai dovrebbero trovare questa resistenza. Se fossimo americani lavoreremmo anche sul DNA».
Ad intervenire sul lato turistico anche Marco Calvaresi di Confindustria Turismo: «Ovviamente le palme sono una ricchezza per il nostro territorio, per il turismo e per l’ambiente. Rischiamo di cambiare paesaggio, forse dovremmo iniziare a cercare un altro tipo di pianta». Anche Canducci la pensa in maniera simile «Occorre cercare di diversificare, è vero che la Riviera delle Palme si chiama così per le palme, ma nei nuovi progetti dedicati agli spazi per i cittadini si possono utilizzare anche altre essenze arboree, ovviamente sforzandosi nella cura».
In conclusione come Grottammare, anche il Comune di San Benedetto, fa sapere l’assessore Canducci, da un paio di settimane ha attivato un sostegno economico per le palme attaccate dei privati pari a 300 euro per pianta.
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Ma dove e a che ora si terrà?
IL DIRETTORE RISPONDE
Si terrà all’Auditorium del Comune di San Benedetto. A partire dalle 10 circa. L’orario non è stato ancora ufficializzato.
Grazie e ci scusi per l’inconveniente.
Direttore permettimi di ripetermi, sono gia oltre due anni che si fa convegni e chiacchiere, NOTO invece che ci sono centinaia di palme che sono state azzerate.
Si potrebbe avere qualche risultanza di altre situazioni simili? Basta con questi convegni che NON PORTANO A NULLA.
Sette mesi fa chiesi lumi e SPACCA mi disse : abbiamo dato incarico alla ASSAM. Risposi: è troppo tardi..
Vada dietroil centro commerciale l’Orologio e capirà perchè dico questo.
salve. ho visto un servizio oggi su rai1 circa un nuovo metodo adottato a san benedetto per curare le palme colpite dal punteruolo rosso. vivo in provincia di lecce e l'anno scorso ho dovuto abbattere 2 esemplari di palme salentine centenarie su obbligo del servizio fitosanitario di lecce.ora ne sono rimaste altre 2 ma sembrano essere state colpite. qui nessuno è in grado di dare soluzioni o suggerire tentativi concreti per cercare di salvarle, ecco perchè vorrei sapere qualcosa di più preciso circa questo metodo e a chi posso rivolgermi per avere informazioni precise da cittadino privato. grazie.
Come detto in altri articoli e relativi commenti, una volta che una palma è colpita dal punteruolo è obbligatorio abbatterla. Il sistema di cui ha visto è sperimentale, consiste nell'iniettare dei disinfestanti nella pianta che arrivano alla linfa ed uccidono punteruolo e larve che della linfa si nutrono. Il punto è che questi disinfestanti sono cancerogeni e non dovrebbero essere usati se non molto distante dalle abitazioni. Altro metodo è quello di 'scalpare' la palma (da solo od abbinato al metodo precedente), ma anche qui per le palme già colpite c'è poco da fare. I risultati delle sperimentazioni dicono che… Leggi il resto »
@manuela: in aggiunta a quanto detto da Jake, le aggiungo che il metodo sperimentale – questo o altri – possono essere attuabili soltanto se l'ente preposto dalla Regione è autorizzato (da noi c'è l'Assam), altrimenti vale la regola che si segue la legge, ovvero che la palma va abbattuta. in merito al metodo sperimentale, può cercare, anche qui sul nostro giornale, "punteruolo rosso" per trovare tutti gli articoli correlati. nel particolare le segnalo l'intervista al sindaco di grottammare Luigi Merli in cui si parla dei risultati ottenuti con la cura, che arrivano oltre il 90% di risultato positivo. ovviamente la… Leggi il resto »
Trovo assurdo trincerarsi dietro la sentenza: "la palma va abbattuta".
E' importante stimolare la ricerca, la sperimentazione.
Qualcuno ha controllato se la simbiosi con un rampicante rafforza le difese della palma?
"Trovo assurdo trincerarsi dietro la sentenza: "la palma va abbattuta".
E' importante stimolare la ricerca, la sperimentazione.
Qualcuno ha controllato se la simbiosi con un rampicante rafforza le difese della palma?"
Sì, e non dà risultati migliori di altri sistemi di prevenzione.
Ci sono amministrazioni comunali e centri di ricerca che ci stanno lavorando da anni, con tanto di fiumi di soldi spesi in sperimentazioni di ogni tipo.
Se la soluzione più sicura è l'abbattimento, vuol dire che finora non sono state trovate metodologie alternative affidabili.