SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non più una semplice vendita di quote, come spesso ipotizzato negli anni scorsi, ma una vera e propria vendita dell’intera società ai privati. Questa la possibile sorte del Centro Agroalimentare al confine tra San Benedetto e Monteprandone, dopo l’incontro dell’assemblea dei soci tenutosi venerdì scorso.
«E’ stata una riunione utile, alla quale per la prima volta ha partecipato anche la Provincia», ha annunciato soddisfatto il sindaco Gaspari.
«La cessione – ha continuato – è tutt’oggi necessaria. I Comuni hanno bisogno di fare cassa e la presenza delle amministrazioni nella gestione di questo settore non ha più ragione d’esistere».
La procedura di vendita, mediante un atto congiunto promesso dal presidente Piero Celani e che dovrebbe essere stipulato da San Benedetto-Monteprandone-Regione Marche e Provincia di Ascoli Piceno, dovrebbe essere pronta entro il prossimo mese di maggio.
Il Comune di San Benedetto, socio di maggioranza con il 43% delle quote, trarrebbe dall’operazione una somma pari – al netto – a circa 6 milioni di euro, considerato il valore complessivo pattuito di 15 milioni.
Al tavolo, oltre a Celani e Gaspari, hanno partecipato pure l’assessore regionale Sandro Donati e Valeria Senesi per la Regione ed il vice sindaco di Monteprandone, Romano Speca.
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La presenza del comune non ha più ragione d'eistere perchè non è stato capace (non solo Gaspari ma anche le amministrazioni precedenti) di rendere strategico e redditivo quest'asset.
Io sono del parere che il centro agralimentare , se ben congeniato ed inquadrato in una visione più ampia del territorio, possa lanciare il volano di un distretto ittico ed agroindustre e cercare di tirar su le sorti dell'economia locale.
Speriamo che i privati riescano in quest'ardua impresa.
Tutto questo dimostra la totale incapacità delle attuali amministrazioni locali nel progettare, realizzare e gestire delle attività (vedi anche Palacongressi). Quindi si può affermare che sarebbe meglio che il comune o altri enti pubblici non facessero più proposte di realizzazione di strutture visto poi come vanno a finire. a meno che non non vengano cambiati gli amministratori con altri in grado di gestire e farsi cura del bene pubblico. Ma la storia mi sembra molto lunga.
E ancora. Quando avremo venduto tutto quello che c'è da vendere per fare "cassa", con che andremo avanti? Quali saranno le risorse per amministrare una città?
la vendita del Centro Agroalimentare mi sembra una buona occasione
Sarebbe il caso di andarsi a rileggere i trionfanti articoli giornalistici dei tempi dell'inaugurazione. I politici e tanti altri, fecero a gara per accollarsi i meriti (?) di quello che si è dimostrato un Flop clamoroso e preventivabile. Zero strategie economiche e di marketing, nessun punto di forza nei confronti della concorrenza, prezzi di locazione elevati, fuga continua di quasi tutti coloro che vi avevano creduto, coloro invece che all'inizio vi credettero, non si sono mai uniti e tantomeno consorziati; poi documenti di indirizzo, programmatici, corsi di formazione, bla, bla, bla, e adesso si vende per fare CASSA! Andateci e… Leggi il resto »
Io contesto a Gaspari la tempistica dell'operazione: vendere adesso con i prezzi degli immobili a ribasso ed il mercato azionario in leggera ripresa può significare svendere!!!!! Il prezzo di emrcato non potrebbe essere allineato al fair value, una mossa di Prodiana memoria….
Vogliono vendere gli immobili dell’AgroAlimentare per finanziare il nuovo lungomare Nord .
Vorrei scrivere a chiare lettere e far capire:
La Fondazione CARISAP vuole creare una grande opera a San Benedetto ?’ REALIZZI IL LUNGOMARE NORD . Tutti i Sambenedettesi saranno orgogliosi di questa soluzione..
Dovrebbero invece rilanciare con una mirata strategia di marketing ed economica.
Molte aziende lavorano in angusti spazi e sicuramente non sanno che possono entrare in spazi a loro strategici.
Lunico difetto di questa operazione è di essere oltremodo tardiva. Le aziende si vendono quando vanno bene, perché se lo si fa quando sono decotte si ricavano pochi quattrini.