dal settimanale Riviera Oggi numero 814 in edicola
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci si capisce poco, francamente, immedesimandosi nei panni del cittadino. Tentennamenti veri o presunti, appuntamenti dei protagonisti della vicenda davanti a un caffé, milioni di euro che si raddoppiano, nuove piscine comunali e mega varianti che vengono a sostituire il Ballarin.
E allora cerchiamo di fare chiarezza, in base alle informazioni a nostra disposizione, con sincerità.
L’impressione è che San Benedetto non riuscirà a dare alla Fondazione Carisap il terreno per costruire il sogno architettonico del presidente Vincenzo Marini Marini e del suo Organo di Indirizzo.
Grottammare? Forse sì, anche se finora dagli atti ufficiali non ci sono risultati concreti.
Certo è che da Ascoli, dal bellissimo palazzo della Fondazione, non vedono di buon occhio la “mediterranea” indole del dibattito cittadino sambenedettese. Passi avanti, passi indietro, polemiche, stadi che non si possono vendere, terreni che non si possono acquistare, consigli comunali infuocati.
Meglio la placida Grottammare, dove il sindaco Luigi Merli e la sua maggioranza esercitano il loro potere al riparo dagli strali dell’opposizione e della stampa.
Noi, francamente, crediamo che almeno dopo la fine del “caso Ballarin” questa Grande Opera sia diventata un qualcosa piombato fra capo e collo alla politica sambenedettese.
Mica per cattiveria, e non ce ne vogliano gli amici ascolani della Fondazione, ente sicuramente meritorio per quello che fa nel campo del sociale. Ma sfumata l’ipotesi Ballarin, la politica sambenedettese non riesce proprio a trovare un modo per adempiere al vincolo posto della Fondazione, cioè la proprietà del terreno su cui costruire il sogno architettonico di Bernard Tschumi. Di terreni liberi ce ne sono pochi. Quelli rimasti liberi valgono tantissimo, e il proprietario che se ne dovesse privare chiederebbe sicuramente tanto in cambio al Comune.
I tempi sono stretti.
Poi c’è la prospettiva assurda paventata dalla Fondazione di fare due “Grandi Opere”. Dieci milioni a San Benedetto, dieci milioni a Grottammare. Chiaramente un atto di cortesia istituzionale, ma nulla di concreto. Ve li immaginate due auditorium fatti dalla stessa mano a pochi chilometri di distanza? Noi no.
Ma c’è un problema di fondo. Rifiutare dieci milioni di euro non piace a nessuno. Cosa direbbe la cittadinanza di un sindaco che dice “no grazie” a una proposta del genere?
Gaspari e Merli questo lo sanno bene. Crediamo che per evitare di dire un “No” che saprebbe di maleducazione, stanno cercando di percorrere vie impervie e complicate per trovare questo benedetto terreno.
Ma forse, almeno Gaspari, non ci crede del tutto neanche lui, fino in fondo. E allora perché non dire un “maleducato” No fin da adesso, ed evitare la possibile figuraccia a dicembre, quando probabilmente non avremmo il terreno da dare alla Fondazione? Una figuraccia che non sarebbe invidiabile, per un sindaco che pochi mesi dopo cercherà la sua riconferma agli elettori.
Parlasse chiaro, il sindaco Gaspari, e la gente saprà capirlo.
TEMPI STRETTI E VIE IMPERVIE Il Ballarin è sfumato per via del grossolano errore tecnico dei consulenti del Comune. Acquistare un bene con l’idea di donarlo, e accorgersi poi che la legge ti dice che non lo puoi cedere per i prossimi dieci anni, è grottesco. Ma è successo.
Ora si punta alla zona Brancadoro. Ma per averla e poi girarla alla Fondazione, il Comune vuole trovare delle imprese disposte ad un gigantesco accordo di programma. Da mettere a punto entro dicembre, termine ultimo dato dalla Fondazione.
I tempi appaiono francamente stretti. L’investimento richiesto ai privati – nuova piscina comunale, il terreno per la Fondazione, l’interramento di un elettrodotto – è nell’ordine di alcuni milioni di euro. La contropartita del Comune dovrebbe essere una consistente variante urbanistica, con cubature da costruire, quantificate nell’ordine di 350 appartamenti, forse 500. Praticamente un nuovo piano regolatore. Conviene?
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