SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un evento nell’evento per recuperare e promuovere la ricca cultura marinara locale. La mostra dedicata a Jack La Bolina (pseudonimo di Augusto Vecchi, tra i fondatori del Regio Yacht Club nel 1879 e simbolo della letteratura marinaresca), intimamente legato al Piceno in quanto figlio di un esule ascolano in Francia, coinciderà con la “Convention Nazionale della Lega Navale Italiana” che San Benedetto ospiterà il 21 e il 22 maggio, con delegati provenienti da ogni parte d’Italia e prestigiosi esponenti della Marina Militare.

Ad anticipare il programma di iniziative, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura, è stata la presentazione del bozzetto raffigurante una paranza commissionato all’artista sambenedettese Pirò per la mostra “Jack la Bolina: un uomo della nostra terra a servizio del mare italiano”, che si terrà in Palazzina Azzurra dal 15 al 30 maggio.

«Ci stiamo impegnando in un programma di diffusione di aspetti legati alla storia locale presso le nuove generazioni – spiega l’assessore alla Cultura Margherita Sorge – Oggi, infatti, dopo gli anni del boom economico con la loro proiezione sfrenata verso il progresso, ci troviamo in un momento di riflessione e riscoperta delle nostre radici. Per questo, come amministrazione, intendiamo continuare a sensibilizzare i più giovani affinché ereditino la nostra passione, promovendo l’idea di una memoria storica che guardi al futuro in chiave di promozione turistica. In questo quadro si iscrive la grande iniziativa del mese di maggio dedicata a un tratto così importante della nostra storia: la civiltà marinara e la pesca. Inoltre stiamo anche lavorando per costituire un’apposita sezione monografica all’interno del Museo Ittico».

L’iniziativa nasce sotto l’egida della Lega Navale Italiana di San Benedetto – come dice Sandro Nulli, il suo presidente – in collaborazione con le varie associazioni culturali della zona.

Gigi Anelli, socio della Lega Navale e curatore della mostra, spiega perché proprio “Jack la Bolina”. Con questo personaggio, al secolo Augusto Vittorio Vecchi, non si sa davvero da dove cominciare: uomo della terra Picena, come amava definirsi, fu soprattutto grande esponente della civiltà del mare nonché primo scrittore italiano di letteratura di mare. Nasce a Marsiglia nel 1842, da famiglia di origini ascolane, vive in varie parti d’Europa, partecipa attivamente alle vicende politiche e militari del suo tempo, intimo amico di Garibaldi ne scrisse anche una memorabile biografia. A lui va ascritta la fondazione a Genova, insieme a un gruppo di appassionati di vela, dello “Yatch Club Italiano”, oltre a tutta una serie di altre iniziative legate al mondo della pesca, come lo studio sulla motorizzazione dei pescherecci.

La sua riscoperta si deve allo storico sambenedettese Gabriele Cavezzi che nel 2000 ne pubblica una breve monografia.

Cavezzi, presidente dell’Istituto di Ricerca delle Fonti per la Storia della Civiltà Marinara Picena, scopre la figura di Jack la Bolina grazie all’amicizia con Piercesare Gobbi, da tutti conosciuto come Cecè, «grande comandante di pescherecci oceanici con la saggezza dell’uomo di mare». «Dei sambenedettesi confermava la celebre frase di La Bolina – dice – che lo definì “popolo ignorantissimo tra gli ignoranti e audacissimo tra gli audaci”, per dare l’idea di un’attività piscatoria basata sull’approssimazione tecnologica e scarsamente legata ai saperi, ma condotta con estremo coraggio e spregio del pericolo».

Alla morte, Piercesare Gobbi lascia in eredità la sua biblioteca, corredata da una rarissima collezione di carte nautiche, all’Istituto Piceno e da qui andrà poi a confluire nella sezione mare della Biblioteca di Ascoli. «Così ho scoperto la profonda comunione culturale esistente tra Gobbi e La Bolina – commenta Cavezzi – infatti la biblioteca è composta per l’80 per cento da libri scritti da quest’ultimo».

«La mostra – conclude – è quindi anche un’occasione per riscoprire questi due grandi personaggi legati alla civiltà del mare».

L’evento è realizzato in collaborazione con la Biblioteca di Ascoli e anche la Pinacoteca della città partecipa con l’allestimento della sala dedicata alla storia della famiglia Vecchi.

Il pezzo più scenografico della mostra è sicuramente la gigantografia di una paranza realizzata su disegno dell’artista sambenedettese Pino Rosetti, in arte Pirò, per dare l’idea delle dimensioni reali di una delle nostre imbarcazione più emblematiche, tanto spesso descritte da la Bolina e oggi purtroppo scomparse.

C’è poi una sezione dedicata ai lavori realizzati dai bambini delle scuole. Infatti, questo programma culturale si compone anche di un lavoro di diffusione nelle scuole. I bambini hanno conosciuto il mondo affascinante del mare grazie al tono antico e poetico dei racconti di Jack la Bolina, tradotti in un linguaggio alla loro portata.

Ma le iniziative legate alla riscoperta delle tradizioni marinaresche locali non finiscono qui. Come ricorda Benedetta Trevisani, presidente del Circolo Nautico sambenedettese: «Il 13 e 14 marzo i funai locali andranno a mostrare i nostri mestieri in terra straniera. Saranno infatti a Bellaria, in provincia di Rimini, dopo essere stati scoperti e invitati da un’associazione del posto».