MARTINSICURO – Otto anni e un mese ciascuno: tanto dovranno scontare in carcere i due rom di 15 e 17 anni accusati dell’omicidio di Antonio De Meo, lo studente 23enne di Castel di Lama ucciso a pugni lo scorso 10 agosto a Villa Rosa di Martinsicuro.

La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio di lunedì con rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale de L’Aquila. I due rom, E.G. 15 anni di Alba Adriatica e M.S, 17 anni di Falconara sono stati condannati per omicidio preterintenzionale. E’ stata respinta la richiesta di messa alla prova avanzata dai legali Luca Sarodi e Piergiuseppe Sgura, che hanno preannunciato ricorso. Il terzo rom presente al momento dell’omicidio, avendo 14 anni non è imputabile.

L’omicidio di De Meo originò da una lite scoppiata per una bici contesa. Antonio, dopo aver terminato il lavoro di cameriere in un albergo di Villa Rosa stava mangiando un panino in un chiosco lungo la strada quando fu aggredito dai tre nomadi con i quali aveva avuto un alterco verbale. I pugni che il giovane ricevette sul volto e alla testa gli risultarono letali.

Ad assistere al processo si sono recati anche i familiari di De Meo e quelli di Emanuele Fadani, l’altro ragazzo di Alba Adriatica ucciso lo scorso mese di novembre sempre a pugni da tre rom. Presenti anche numerosi componenti dell’associazione “Per non dimenticare” istituita alla memoria del commerciante albense.