Da Riviera oggi in edicola numero 812GROTTAMMARE –  «Il messaggio che abbiamo voluto far passare con il recente convegno – ci spiega Claudio Littardi, Presidente del Centro Studi e Ricerche Palme di Sanremo – è quello di combattere totalmente il puntruolo rosso della palma eradicandolo appena si accerta la sua presenza. Questo per non commettere gli errori, in buona fede certo, fatti da alcune città»: a Bordighera e nel sanremese, infatti, la strategia che è stata adottata è proprio quella di abbattere da subito la palma infetta, necessario per scongiurare l’espandersi del pericolo.

E quando le palme attaccate sono più di 3 o 4?

«Purtroppo diventa un problema economico, se si considera che per abbattere un centinaio di palme occorrono 100 mila euro, e se si pensa che a Palermo le palme da abbattere sono 30 mila si capisce che un Comune non possa affrontare da solo questa spesa. Occorreva adottare questa filosofia fin da subito, il messaggio che abbiamo voluto lanciare con il Convegno è infatti quello di monitorare costantemente le proprie palme ed intervenire tempestivamente per l’eradicazione non appena si manifesta il problema».

Quali sono le vostre esperienze sul campo?

«A Bordighera è stata fatta un’ordinanza per l’abbattimento a spese del Comune e le palme infestate sono state abbattute. La situazione è quindi sotto controllo. Ad Alassio hanno seguito una cura su 30 palme ed in un anno sono arrivati a 90 palme infettate. Purtroppo il problema è presente in maniera esponenziale in città come Palermo, perché la palma una volta curata può essere riattaccata dal punteruolo. Dove le palme attaccate sono centinaia, la guerra è persa, occorre agire prevenendo la diffusione, prima ancora che il problema di manifesti».

Per quanto riguarda la lotta naturale?

«Al convegno è stata presentata la ricerca di Valeria Francardi, dai risultati si vede che con i B.Bassiana i valori di mortalità oscillano fra il 20% ed il 50% mentre con M. anisopliae la mortalità raggiunge il 75%. Non è quindi efficace al 100%»

E sui prodotti chimici cosa ci dice?

«I prodotti chimici sono efficaci, ma sono cancerogeni. Si capisce che non è possibile usarli nell’urbano, si tratta di trattamenti che possono durare anche 4 o 5 anni, per eradicare del tutto il problema, e non si può mettere a rischio la vita della cittadinanza».

Nel 2006 avete tenuto un convegno a Grottammare

«Si, quando ancora non si immaginava che il problema del punteruolo rosso sarebbe arrivato a questi livelli. Avevamo consigliato l’abbattimento ai prmi focolai. In questi casi diventa anche un problema di bussines, molte aziende si sono lanciate in questo settore, ma all’attuale non esiste una cura efficace al 100%. È importante, ed è da sottolineare, che pubblico e privato collaborino attivamente».

Nelle città che ancora non sono state infestate dal punteruolo,quindi, la metodologia consigliata è una sola: monitorare ancor prima che si manifesti il problema, e di abbattere da subito le palme. Per le città, come Grottammare, che hanno avviato le cure, occorre massima allerta, poiché le palme curate possono essere riattaccate nuovamente. Per eradicare il problema una volta per tutte, attualmente, occorrerebbe triturare e bruciare tutte le palme, in tutta Italia.