Da Riviera Oggi in edicola n. 810 (con qualche piccola integrazione)
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Durante la scorsa settimana abbiamo evidenziato alcune carenze che durano da anni nel servizio comunicazione e stampa dell’ospedale civile sambenedettese “Madonna del Soccorso”. Disappunti venuti naturali dopo che, per l’ennesima volta, non c’era stata data una notizia, quella delle annunciate dimissioni del primario di chirurgia, Eugenio Morsiani, che sarebbe intenzionato a tornarsene nella sua Ferrara.

In risposta alla nostra lamentele sono arrivati su queste pagine alcuni commenti che, pur riconoscendo legittimo il nostro disappunto, ci rimproverano per un nostro poco interesse alla scarsa funzionalità dei reparti e servizi ospedalieri. In primis il Pronto Soccorso ma il malessere dei lettori è generalizzato e si riferisce ad un disservizo quasi totale.

Gli ho risposto che le più forti e motivate lamentele per il decadimento del nostro nosocomio sono partite proprio da noi, on line e su carta. Abbiamo spesso riferito delle odissee del Pronto Soccorso, riportando anche lettere al Direttore con critiche pesantissime da parte di nostri lettori; io stesso ho spesso affermato, senza timore di smentita, che il “Madonna del Soccorso” sta diventando sempre più succursale dell’ascolano “Mazzoni” e che il tutto fa parte di un disegno regionale che può anche essere capito per le finalità. Ma non per la scelta logistica di centralizzare qualità e quantità in un nosocomio a 30 km dalla costa riducendo a pseudo ambulatorio quello sulla costa che ne avrebbe più diritto per tantissimi motivi tra i quali la sua più facile raggiungibiltà.

Il braccio di questa scelta regionale era (e lo scrissi) l’allora direttore generale Giuseppe Petrone che ha lasciato strascici di cui tuttora stiamo pagando e pagheremo le spese. Anche le annunciate dimissioni del primario di chirurgia, Eugenio Morsiani, potrebbero essere in qualche modo legate a problemi sorti a suo tempo tra lo stesso valente chirurgo emiliano e l’ex dirigente ospedaliero anconetano.

Al quale, e a chi sennò, va addebitata anche la situazione in cui è stato posto il servizio di oculistica con un primario che sta sempre o quasi in Ascoli. Sorge il dubbio, infatti, che il posto di comando sia in stand by in attesa di future assunzioni filo ascolane. Con il dottor Giuliano Finicelli, attuale reggente che, per volere sempre di Petrone, fu “incastrato” in una situazione di instabilità che può solo far male all’importante servizio.

Una cattiva gestione che sta ricadendo pesantemente sulla popolazione rivierasca che deve giornalmente subire disservizi che partono dal pronto soccorso (le attese disperate sono sempre all’ordine del giorno) fino a raggiungere l’ultimo piano ove sta il reparto di Ginecologia e Ostetricia.

Un altro caso dolente quest’ultimo che, dopo il pensionamento del precedente primario, pare sia oggi in attesa di un nuovo coordinatore del quale non si parla benissimo, anche se non per aspetti professionali ma per quelli caratteriali. Vedremo.

Per non parlare della nomina fatta, sempre dalla stessa direzione generale un paio di anni fa, per il servizio (oggi diventato importantissimo e fondamendale) di Gastroentorologia che, nonostante fosse ben diretto dal dottor Novelli, coadiuvato dalla dottoressa Sorge, fu affidato ad un primario che pare avesse problemi ad esercitare alcune funzioni importanti del servizio che andava a dirigere. Ora tutto è tornato nelle mani dei due medici sambenedettesi.

Sambenedettesi come altri chi in altri servizi ha messo riparo a “megalomanie” di precedenti direttori inviati da Ancona come il dottor Lai che ha, prima iniziato progetti faraonici per poi abbandonare la barca alla prima occasione. Gli subentrò la dottoressa Rita Fazzini che in breve tempo ha dato al servizio di laboratorio Analisi un aspetto più umano e più aderente alle necessità dei pazienti mettendosi in prima fila nel servirli nel migliore dei modi e farsì che tutto il reparto si muovesse in quella direzione. Una cosa quest’ultima che posso affermare in prima persona avendo passato 27 anni della mia vita proprio all’interno di quel Laboratorio analisi. Ora il suo posto (per una turnazione annuale, in attesa di Concorso, prevista dai regolamenti) è stato preso dall’altra sambenedettese dottoressa Elena Vagnoni alla quale auguro gli stessi successi della sua collega.

Facendo riflessioni sull’andamente del nostro ospedale e mettendo a frutto anche la mia esperienza diretta ho notato che gli unici reparti che sopravvivono e sono tuttora apprezzati, sono quelli sui quali misero le fondamenta medici di valore professionale e umano quali i professori Dardari (oggi cittadino sambenedettese) e Benatti che dopo aver dato lustro al reparto tornò nella sua Modena. Per chi non lo avesse capito mi riferisco ai reparti di Radiologia e Pediatria. (Un particolare distinguo va fatto per quelle nomine dei primi anni settanta: allora le decisioni non venivano da Ancona ma da delegazioni sambenedettesi che ricevuto il mandato, e dopo aver individuato medici di valore riconosciuto, andavano a casa loro per convincerli a “scendere” (Barigazzi, Benatti, Dardari) o a salire (Maijnelli) nella nostra città, convincendoli anche con la bellezza e la vivibilità del territorio)

Tra gli altri reparti una citazione di merito va all’Ortopedia di Orlando Di Matteo che non ha avuto alti e bassi ma ha pensato sempre a lavorare a testa bassa cercando di esaudire al meglio le richieste dei moltissimi “utenti” che ha sempre avuto. Questo reparto lo metterei alle soglie del Paradiso per efficienza e rispetto del paziente. Stessa cosa che non si può, pur senza generalizzare, dire di altri servizi egualmente frequentatissimi.

Seppur senza fare balzi da gigante (magari non per colpa loro) i reparti di Geriatria, Medicina e Neurologia, sono ben diretti da sambenedettesi di nascita (Sabatini e Santori) e di adozione (Curatola) mentre una citazione particolare la merita un altro sambenedettese, il dottor Alfredo Fioroni, fisioterapista, un giovane studioso di grandi capacità e sicuro avvenire.
Chiudo con una citazione per il centralino e il servizio Cup che, contrariamente a quanto mi riferisce qualcuno, funziona bene da un bel po’ di tempo. Almeno per mie esperienze personali. E vi assicuro che telefono spesso in ospedale.

Esistono nel “Madonna del Soccorso” tanti altri reparti e servizi che non ho citato ma il dato di fatto reale, e fuori di ogni dubbio, è che il nostro ospedale, negli anni, ha subìto un declino che al popolo della Riviera delle Palme non sta più bene. Il problema è complesso ma contiamo di esaminarlo da adesso in poi con grande pignoleria perché, in effetti, si è toccato il fondo e aiutarlo a risalire è compito della politica ma anche di un informazione seria e scevra da personalismi che sono quasi sempre dannosi. A partire dalle scelte giuste riguardo nuove nomine in arrivo per Ortopedia, Gastroenterologia e sembra anche per la Cardiologia.