ANCONA – Se nel centrosinistra non scherzano con i noti problemi, anche per il Pdl la scelta dei candidati consiglieri regionali, che andranno ad affiancare il candidato presidente Erminio Marinelli, non si sta rivelando cosa semplice. Nel corso della lunga riunione che ha visto presenti, tra gli altri, il coordinatore regionale Remigio Ceroni e l’onorevole Carlo Ciccioli (in rappresentanza delle due anime del partito, l’ex aennina e l’ex Forza Italia), ci sono stati anche momenti di tensione molto forti tra lo stesso Ceroni e Vittorio Santori, attuale vicepresidente del consiglio regionale di Palazzo Raffaello.
Nel Piceno dunque si va delineando la griglia dei sei candidati ma le frizioni tutt’ora non sopite tra componenti provenienti da An e quelli che arrivano da Forza Italia non permettono al momento di avere un quadro definitivo dei sei nomi che concorreranno nel Piceno. Tre sono le candidate donne, fra cui selezionare due nomi: in vantaggio sono Tiziana Pallottini, ex sindaco di Carassai, e Teresa Spampanato, anche se qualche speranza ce l’avrebbe anche Elisabetta Palmaroli.
Il quadro sarebbe definitivo anche per i quattro uomini: riconfermati i consiglieri uscenti, il grottammarese Santori e l’ascolano Giulio Natali, e assieme a loro troverebbero spazio l’attuale assessore provinciale al Turismo, Bruno Gabrielli, e l’attuale presidente del consiglio comunale ascolano, Umberto Trenta.
Senonché per il gioco degli equilibri interni, l’area ex aennina rivendica un ulteriore posto, in quanto Santori, Trenta e Gabrielli provengono da Forza Italia e il solo Natali ha alle spalle una storia di destra (oltretutto anche Pallottini e Spampanato provengono dalle fila azzurre). Ecco allora la richiesta di inserire nel lotto dei sei anche Luca Vignoli, revisore dei conti in provincia e consigliere nel Comune di San Benedetto. Vista la tensione che si è creata tra Santori e Ceroni, proprio il primo rischia di farne le spese.
Tutto si deciderà probabilmente lunedì prossimo a Roma, ed entro mercoledì prossimo i nomi dovranno essere ufficializzati.