ANCONA – Il dado è (quasi) tratto: Gian Mario Spacca, presidente attuale della Regione Marche, risponde alla lettera aperta di Sinistra Ecologia e Libertà di fatto invitando il partito dei vendoliani a supportare l’azione del suo governo anche nella nuova intesa con l’Udc, ma al contempo chiarendo che non c’è spazio per includere in questo accordo anche Rifondazione Comunista e Pdci. Resta da vedere quale sarà la risposta di Sel alla lettera del presidente pubblicata su Facebook, anche se ieri il coordinatore regionale Mentrasti ha chiaramente fatto sapere che senza gli altri partiti di sinistra Sel si sentiva autorizzata a dissociarsi da Spacca.
Spacca ad ogni modo spiega che quanto sta avvenendo nelle Marche serve a «testare» anche l’aggregazione che tra Pd, Idv, Udc e Sel sta «componendosi anche a livello nazionale, finalizzata ad unificare le forze che sono all’opposizione in Parlamento, per creare un’alternativa al Governo Berlusconi. Una aggregazione che si vuole candidare a governare l’Italia nel 2013».
«Questa linea, nella nostra regione – continua Spacca – passa attraverso l’accordo con l’Udc. Accordo che nel confronto serrato avuto in questi giorni con le segreterie nazionali, è stato definito “ineludibile” per le Marche e che viene finalizzato non soltanto ad avere semplicemente il simbolo dell’Unione di Centro sulla scheda elettorale, ma soprattutto a conquistare la fiducia del suo elettorato».

Affinché questo possa avvenire «le richieste dell’Udc affinché questa strategia si potesse realizzare, e cioè perchè i suoi elettori potessero comprendere e condividere questo progetto di centrosinistra, sono state sostanzialmente due, in alternativa tra loro. O l’accoglimento integrale dei punti programmatici proposti dall’Unione di Centro. O l’assenza, nella coalizione, dei simboli riconducibili al comunismo (ma in questo caso “non” l’esclusione dei partiti aggregati su un altro simbolo, come già era accaduto loro in passato). Prc e Pdci non si sono resi disponibili a perseguire la via di un possibile cambiamento delle forme di rappresentanza, come peraltro molti partiti hanno fatto nel corso di questi anni, Pd compreso».

Spacca precisa che «abbiamo preferito mantenere la continuità e la coerenza degli impegni programmatici di cui continuo a farmi garante, su temi quali la sicurezza del lavoro, l’attenzione all’ambiente, la sicurezza dei cittadini, i diritti fondamentali della persona, la continuità dello sviluppo del sistema produttivo più avanzato d’Italia. L’Udc ha accettato questo programma di governo elaborato dai partiti del centrosinistra che crea le condizioni per un’alleanza che parte da Sel e arriva all’Unione di Centro».

Quanto all’esclusione dei partiti di sinistra, Spacca scrive che «hanno inteso questa strada come una loro esclusione, ma in realtà questa vicenda si sarebbe potuta comporre unitariamente attraverso una loro maggiore flessibilità, in una prospettiva più moderna per dare più energia al progetto di alternativa a Berlusconi. Del resto in altre regioni (Piemonte e Basilicata) Rc e Pdci hanno fatto accordi istituzionali, anche con l’Udc, ma altrettanto non è stato possibile fare qui nella nostra regione». Questa scelta sarebbe determinata dalla necessità di vincere in 7 regioni su 13, anziché limitare il centrosinistra solo alle 4 regioni “appenniniche”, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna.

Anche per questi motivi Spacca si appella a «Sinistra ecologia e libertà perché comprenda questa linea strategica finalizzata a creare l’alternativa concreta al governo Berlusconi».