SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Massimo Rossi è pronto a candidarsi come presidente della Regione Marche e a sfidare Gian Mario Spacca ed Erminio Marinelli. La notizia, ventilata da tempo, dovrebbe diventare ufficiale nei prossimi tre giorni, quando l’ex presidente della Provincia di Ascoli, confermerà la propria candidatura alle elezioni regionali in programma del 28 e 29 marzo. Tutto sarebbe dipeso dal Partito Democratico e alla sua decisione di confermare l’alleanza con l’Udc.  Condizione inaccettabile per Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani a causa di alcuni veti posti dai centristi, tra i quali ad esempio la cancellazione della ‘falce e martello’ dal loro simbolo.

Una fuga senza ritorno, che molto probabilmente interesserà anche Sinistra Ecologia e Libertà. Il movimento capeggiato a livello nazionale da Nichi Vendola ha proprio ieri chiesto ai democratici di rivedere gli accordi inizialmente stipulati con l’Udc in merito ai temi di famiglia, Quadrilatero e scuola. La correzione certamente non arriverà e di conseguenza provocherà la fuoriuscita di Sel dalla coalizione di centrosinistra.

Ecco allora che Rossi diventerebbe il nuovo anello di congiunzione di Pdci, Rc e vendoliani, pronti a dichiarare nuovamente guerra al Pd, otto mesi dopo l’autolesionista esperienza della passata tornata provinciale.

Suicidio? Può darsi, ma lo stesso Rossi su Facebook spiega: «Ciò che anima irriducibilmente il mio impegno è un incontenibile desiderio di giustizia, democrazia, armonia e solidarietà. Ideali che a mio parere distinguono la sinistra dalla destra. Ad esempio, io sostengo fermamente la gestione pubblica; sostengo la salvaguardia e la valorizzazione dei beni comuni, l’arresto del consumo di suolo, la tutela del paesaggio; sono contro i grandi impianti di generazione energetica, l’energia nucleare, mentre sostengo le fonti rinnovabili; sostengo il pieno rispetto e la pari dignità delle scelte personali, religiose o di ateismo e degli orientamenti sessuali». Poi precisa: «La destra la pensa molto diversamente. L’Udc la pensa come la destra. Con tanta tristezza e senza esasperazioni polemiche non si può negare che lo stesso Pd, al di là delle aspirazioni di molti suoi elettori e militanti, ha da tempo abbandonato questi obiettivi. Quando li sostiene lo fa in modo assolutamente cedevole a fronte dell’esigenza di mantenere equilibri di potere o costruire deformi coalizioni».

Parole chiare, che non fanno altro che avvalorare la voce di una designazione che, se convalidata, spalancherebbe presumibilmente le porte al consigliere comunale Daniele Primavera come uno dei candidati del territorio Piceno.

Con l’Udc, ma senza la sinistra radicale. La strada verso la riconferma a Palazzo Raffaello di Gian Mario Spacca non è poi così tanto in discesa.