ACQUAVIVA PICENA – Sconcerto, delusione, preoccupazione. Si sprecano i termini per descrivere lo stato d’animo dei consiglieri d’opposizione acquavivani a pochi giorni dall’approvazione del Bilancio di previsione 2010, avvenuto lo scorso 25 gennaio.

Un consiglio comunale che, come sappiamo, aveva visto la presenza a sorpresa del fuoriuscito Sandro Donati, pronto a garantire il raggiungimento del numero legale ad un Tarcisio Infriccioli che, in caso contrario, sarebbe stato obbligato per la seconda volta consecutiva in appena un mese a rinviare l’assise.

«Un atto irresponsabile ed assolutamente autonomo», affermano all’unisono i consiglieri Daniela Straccia, Giuseppe Rossi, Giovanna Olivieri, Nello Gaetani e il coordinatore comunale del Pd, Gigi Fazzini. «Ognuno è libero di fare le scelte che ritiene opportune, poi saranno i cittadini a farsi una loro idea. E’ inoltre paradossale che sia stato un consigliere di minoranza, che ricopre una carica istituzionale di notevole importanza a garantire ad una giunta in agonia la sopravvivenza. Per di più votando un bilancio senza obiettivi, dal quale non emerge alcun progetto politico».

Una semplice quadratura di conti dunque, che secondo il centrosinistra verrebbe ottenuta mediante la svendita di beni comunali, come “Casa Albertini”, messa all’asta per pagare le spese correnti.

Propositi «inaccettabili» considerato oltretutto che il vincolo di destinazione sociale della struttura obbligherebbe a versare quei fondi esclusivamente all’assessorato dei Servizi Sociali.

«Le loro decisioni – spiega la Straccia – derivano dalle poche entrate e tante uscite verificatesi in questi anni. Ma il risparmio potrebbe arrivare riducendo magari le numerose collaborazioni esterne effettuate dal Comune o evitando appalti come quello dello Scuolabus, pagato 50 mila euro in più del dovuto. Il saggio amministratore avrebbe dovuto porre rimedio diminuendo le spese e cercando di aumentare i ricavi. Per non parlare del notevole indebitamento dell’ente, pari circa a 500 mila euro solo nell’anno corrente».

Cifre queste che, sempre a detta del capogruppo, non sarebbero state minimamente discusse nel corso dei Bilanci Partecipati organizzati dall’assessore Andrea Infriccioli a dicembre: «Le premesse erano state ottime e il nostro approccio è stato sempre costruttivo, mentre dall’altra parte notiamo l’oggettiva carenza del primo cittadino e una progettualità che non si vede».

La minoranza appare pertanto più compatta che mai, nonostante il voltafaccia di Donati, salvagente-meteora di un’amministrazione che d’ora in poi sarà quasi certamente costretta a restare in piedi senza il supporto di stampelle altrui.