SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prosegue l’ormai lunga saga dello studio economico sul porto di San Benedetto redatto dai tecnici dell’istituto di ricerca economica Nomisma. Siamo giunti alla terza e ultima fase dello studio, iniziato durante l’era Martinelli grazie a un finanziamento ministeriale, che ha come scopo rispondere a questa domanda: è possibile, ci sono le condizioni, è vantaggioso creare una società mista pubblico privata per la trasformazione economica e il rilancio del porto di San Benedetto e della zona immediatamente limitrofa?
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La giunta comunale ha incontrato i rappresentanti del “pensatoio” bolognese mercoledì in Comune. Le strade proposte per il rilancio del porto sono fondamentalmente due, una società di trasformazione urbana o un accordo di programma.
Concetti ampi ma vuoti se sopra al fuoco dell’economia non si mette la “ciccia” dei dati certi. E i dati certi oggi non ci sono. Non ci sono dati certi sull’entità di questa trasformazione del porto, non ci sono dati certi sugli imprenditori disposti ad investire, e in questi anni di mega crisi sarà sempre più difficile averne. Non ci sono, e questa è la più importante delle condizioni mancate, delle prospettive certe sullo status futuro del porto. Ambito portuale di rilevanza nazionale, sottoposto a regime demaniale e gestione militare dell’autorità preposta (Capitaneria di Porto), urbanisticamente stiamo parlando di un oggetto molto spigoloso, difficile da tenere in mano. Difficile da inquadrare.
Chi investirebbe soldi in un progetto di rilancio del porto senza conoscere concretamente “cosa” si può economicamente fare nel porto stesso? La risposta scoraggia: allo stato attuale delle cose investire in quella zona, con l’eccezione forse dei cantieri navali, è un’incognita. Chi acquisterebbe un immobile, magari degradato, non sapendo che destinazione urbanistica potrebbe avere domani? Chi sarebbe disposto ad investire in un ambito che, a scanso di equivoci, è ancora per gran parte “bloccato”?
Sono domande legittime, e il sindaco Giovanni Gaspari pare esserne consapevole, seppur diplomaticamente. Dice: «Rispetto a questi ragionamenti, affermo che la situazione è in evoluzione. Il Comune e tutti gli enti e le istituzioni preposte stanno ragionando su una riperimetrazione di quello che è l’ambito portuale, ma si tratta di tempi lunghi».
Lo studio della Nomisma tornerà ad essere illustrato in commissione urbanistica. Se ne riparlerà ancora, si valuterà cosa farne, si valuterà e se ne studierà l’utilità in tema di fattibilità (si spera almeno che si faccia, questa analisi realistica).
Ma il porto dei sogni, per ora, appare ancora distante.
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Ricordo che purtroppo siamo gli unici a non avere il collegamento con la Croazia, Ancona,Civitanova Marche, Porto San Giorgio, Giulianova, Pescara,Ortona ce l'hanno manchiamo soltanto noi…
Non mi fiderei tanto della Nomisma, è proprietà di Romano Prodi…
La domanda posta è chiarissima e si può rispondere in un solo modo: studio di fattibilità che porti alla redazione di una serie di business plan a seconda degli scenari ipotizzati e ritenuti più plausibili. Hanno avuto 3 anni per effettuare questo studio, non ci posso credere che non siano riusciti a buttare su carta dei numeri per capire almeno l'entità degli investimenti necessari ed il tempo di pay-back. Posso capire se l'output non fosse coerente con gli scenari di crisi (poichè lo studio è iniziato molto prima) ma almeno il lavoro svolto costituirebbe una base da correggere. Per curiosità… Leggi il resto »
Credo che il collegamento con la Croazia da San Benedetto sia quasi controproducente. Dalla Croazia non verrebbero di certo dei turisti (tantomeno quelli che verrebbero dai Balcani o dalla Russia).
Mentre chi viene in Riviera ama le nostre coste sabbiose e il nostro tipo di turismo, che non c'entra nulla con il turismo della costa croata.
Eppure basterebbe poco per "liberalizzare" la zona portuale, alllargandone le destinazioni d'uso; per questo fine andrebbe bene anche una variante, senza aspettare le lungaggini di P.R.G. e Nomisma… Basterebbe girare qualche zona portuale europea per capire quanto sia producente per il turismo un porto che accolga tutti, per tutto l'arco delle 24 ore… Ristoranti, B&B, mostre d'arte, club e discobar… non mancano parcheggi, non si da fastidio a nessuno coi "rumori", e si ripopolerebbe una zona così estesa e così poco frequentata. Inoltre lo scenario che si offre non sarebbe inferiore a quello di nessuno: la nostra tradizione (rappresentata dai… Leggi il resto »
il collegamento con la croazia non si farà mai, perchè andrebbe contro gli interessi di chi vuole declassare il porto per poterci costruire quello che gli pare….
@Oliver: ero fiducioso di questo studio, perchè credo che il porto abbia delle potenzialità inespresse e vedere che dopo tanti anni finisce con un nulla di fatto lo reputo molto grave ed un pessimo segnale per il futuro della città.
Al di là dei collegamenti con la Croazia (eventualmente avremmo duvuto pensarci 10 anni fà, ormai è tardi) dobbiamo pensare ad uno sviluppo organico.