ROMA – I rappresentanti dei Comuni che hanno nel loro territorio delle aree di demanio marittimo si sono riuniti martedì mattina a Roma per iniziativa dell’Anci (associazione nazionale Comuni italiani) per esaminare lo schema di decreto legislativo licenziato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri che introduce il “federalismo demaniale”, cioè il trasferimento agli enti locali, Comuni e Province, della gestione del demanio marittimo con, ovviamente, l’assegnazione della riscossione dei canoni.

«Da parte di tutti è stata espressa soddisfazione per il provvedimento – racconta l’assessore alle politiche del mare Settimio Capriotti che rappresentava San Benedetto – che finalmente rende giustizia ai Comuni finora investiti del problema soltanto per una parte, quella meno gradevole relativa alla disciplina delle attività e agli oneri di manutenzione, rimanendo esclusi da qualsiasi ritorno economico. Crediamo che questo sia un primo doveroso passo del Governo centrale, finora distintosi solo per i tagli ai trasferimenti».

Ma l’analisi dei Comuni italiani è andata oltre: «Non vogliamo limitarci a svolgere il ruolo di esattori – ha aggiunto Capriotti – tutti i presenti hanno concordato sul fatto che Governo e Parlamento si devono attivare per giungere all’approvazione di un Testo Unico per la gestione delle aree del demanio marittimo, che rimetta ordine nelle mille competenze che insistono sul sistema demaniale italiano. Solo così i Comuni avranno un riferimento normativo certo per poter programmare azioni organiche per il rilancio del demanio in chiave turistico balneare. Insomma, bisogna fare in modo che agli enti locali sia attribuita in modo chiaro e univoco la competenza a gestire il futuro del proprio territorio».

L’auspicio espresso da tutti gli amministratori presenti all’incontro è che si arrivi a questo riodino della materia prima della scadenza delle concessioni attualmente in vigore, «scadenze – ha concluso Capriotti – che il Governo ha ribadito di voler prorogare al 2015».