ASCOLI PICENO – Il Giudice della indagini preliminari Carlo Calvaresi ha confermato le misure di custodia cautelare per gli otto indagati nell’ambito della vicenda della Casa di Giobbe. Su di loro pendono le accuse di maltrattamenti, abbandono di incapace, sequestro di persona ed esercizio abusivo della professione infermieristica.

Per il titolare Fernando Bernardi e per il suo assistente Rinaldo Nepi, difesi dall’avvocato Alessandro Angelozzi, è stata respinta la richiesta di scarcerazione. Per gli altri sei, la moglie e la sorella del titolare, due donne nigeriane e due polacche, sono stati confermati i domiciliari.

Nella giornata di sabato, davanti al giudice, Bernardi ha respinto ogni accusa asserendo che da parte sua e dei suoi assistenti c’è sempre stata la massima cura verso i degenti.
Gli anziani trovati in condizioni di sporcizia e tra le loro feci sarebbero stati cambiati la mattina seguente, ha affermato. Trattandosi di una Onlus, ha spiegato Bernardi, la Casa di Giobbe ha sempre avuto come unico scopo la cura dei propri assistiti i quali in alcuni casi venivano inviati dai Comuni.

Su questo punto sta cercando di fare ulteriore chiarezza la Procura di Ascoli.

Il Comune di Ascoli, comunque, aveva più volte diffidato i gestori dal proseguire l’attività.