SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo da Serafina Camastra, segretaria generale del Comune di San Benedetto.
«Con riferimento alle affermazioni che mi sono state attribuite in alcuni articoli di resoconto dei lavori della commissione consiliare attività produttive che ha discusso il regolamento per l’occupazione di spazi pubblici, voglio evidenziare che non ho mai usato il termine “sanatoria” per le occupazioni rimosse a seguito dell’intervento della magistratura.
Non avrei mai potuto usare quel termine perché non è in alcun caso ipotizzabile una sanatoria per procedimenti di abuso edilizio che, oltre a comportare l’applicazione di sanzioni pecuniarie, presentano risvolti di natura penale.
Ciò che ho detto è che le richieste di autorizzazione ad occupare il suolo pubblico potranno essere presentate da chiunque ne abbia titolo, e quindi anche da coloro che hanno in corso procedimenti per abusi edilizi, nel rispetto delle norme del Regolamento che sarà portato all’esame del Consiglio comunale. E’ ovvio che l’eventuale rilascio delle nuove autorizzazioni in ottemperanza ai dettami del regolamento non potranno in nessun modo configurarsi come sanatorie.
Sarà  comunque demandato alla valutazione del Consiglio comunale se inserire nel provvedimento norme di tipo transitorio che fissino la tempistica dell’adeguamento strutturale dei locali e della tipologia delle occupazioni».
In merito alla nota, ci preme specificare quanto segue: martedì 26 gennaio terminata la riunione della Commissione Comunale, alle ore 21:15 mi sono avvicinata alla segretaria Camastra e presentandomi come collaboratrice di Rivieraoggi.it, le ho chiesto di riassumermi in breve cosa sarebbe accaduto a coloro che hanno subito la rimozione di gazebo. Accanto a noi era presente il titolare del locale Sasushi, Sandro Assenti, che parlava con l’ingegner Polidori. La Camastra ha annunciato in mia presenza una modifica alla bozza di regolamento sull’occupazione del suolo pubblico con l’inserimento di una «sanatoria», per tutte le attività mancanti di autorizzazione al momento della rimozione dei gazebo. Le ho chiesto di confermare l’affermazione: «Una sanatoria?».  La segretaria comunale ha confermato. Poi mi ha spiegato che tutte le attività che presenteranno domanda dovranno subito rientrare nei parametri fissati del 30% e avranno poi due anni per l’adeguamento alle norme igienico-sanitarie e per la riqualificazione che permetta l’accesso ai diversamente abili.

Certo, comprendiamo che data l’ora e il momento colloquiale è possibile che si sia usato un termine che la stessa segretaria ritiene improprio, tuttavia abbiamo svolto il nostro lavoro riportando quanto ci è stato detto. La nota da noi pubblicata, ad ogni modo, chiarisce definitivamente il pensiero di Serafina Camastra senza possibilità di dubbio. (Emanuela Voltattorni)