SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Antonio Felicetti replica agli attacchi dei giorni scorsi dall'(ex) alleato Domenico Martinelli, che l’ha invitato espressamente ad uscire dal gruppo consigliare comunale che ha il nome dell’ex sindaco (Lista Martinelli-Pri).

Felicetti rimanda al mittente ogni accusa, sostenendo che non spetta a Martinelli ogni decisione d’esclusione in merito, in quanto «il Regolamento del Consiglio Comunale non prevede un padrone della lista».

«E’ vero – continua – l’ex sindaco con le sue dimissioni consentì il mio ingresso in Consiglio, ma è inopportuno paragonare quel passaggio di consegne ad un regalo. Non chiesi a Martinelli di lasciare e voglio precisare che i voti da lui presi furono frutto non solo di un consenso alla sua persona, ma anche di un impegno che anche io avevo condotto a suo favore. Se poi in ordine di preferenze risultai degno della sua successione, ciò significa che l’appoggio degli elettori non fu esclusivo del capolista».

Martinelli ha inoltre contestato a Felicetti la decisione di sostenere l’amministrazione Gaspari nell’ormai famosa notte del 23 dicembre scorso. Il voto favorevole al Bilancio non è infatti piaciuto al centrodestra, pronto di conseguenza ad accostare la figura del consigliere repubblicano a quella di una “stampella di sostegno” per la maggioranza.

«Gaspari si sarebbe salvato pure col solo voto di astensione sul Bilancio. E comunque in una riunione del Pri non fui il solo a sostenere la necessità di evitare un commissariamento del nostro Comune. Il Bilancio 2009 è , rispetto alle risorse disponibili, il bilancio più virtuoso presentato in consiglio dal 2001 e sono pronto ad un confronto pubblico con Martinelli su questo mio giudizio».

Capitolo emendamenti. «Le otto condizioni poste da Felicetti mi sembrano vuote», aveva affermato Martinelli.

«E’ un giudizio a dir poco superficiale. Ritengo le mie proposte qualificanti per la nostra comunità. Forte di questa convinzione si poteva votare contro il Bilancio soltanto per una pregiudiziale ideologica che non è compatibile con una lista civica e che in ogni caso non appartiene alla mia cultura politica. Del resto l’ex sindaco Martinelli ha sperimentato direttamente il mio senso di responsabilità, visto che mi dimisi da assessore per salvare la sua Amministrazione».

E’ il turno infine del Piano Regolatore, con Felicetti che è passato da strenuo sostenitore a critico verso l’atto di Bellagamba: «Dal 2008 è cambiato il mondo. Non è più concepibile per il nostro territorio una programmazione urbanistica almeno decennale che sviluppa quasi 2 milioni di metri cubi di volume con destinazioni rigide rispetto ad una dinamica socio-economica imprevedibile. Non solo, ma il Prg di Bellagamba è stato di fatto azzerato dalla situazione normativa attuale. E anche su questo argomento sono disposto ad un confronto pubblico».