SAN BENEDETTO – I processi in corso per il crollo della casa dello studente a l’Aquila, ma anche le complesse vicende di Sanitopoli e quelle legate alla corruzione al Comune di Pescara: tre delle più importanti vicende giudiziarie abruzzesi attualmente in corso potrebbero subire una battuta d’arresto e la successiva estinzione senza sentenza qualora venisse approvata alla Camera la legge sul processo breve.

Le vittime nei crolli per il terremoto, così come tutti quegli abruzzesi che negli ultimi anni hanno vissuto sulla propria pelle i disservizi di un sistema sanitario regionale inefficace ed inefficiente a causa della gestione allegra di una certa dirigenza politica, potrebbero non vedere mai assicurati alla giustizia i responsabili se fossero applicate le nuove norme che rivedono la durata massima dei processi per i reati penali.

Per tale motivo il “Comitato 3.32” dei familiari delle vittime della Casa dello Studente a L’Aquila ha organizzato due sit-in di protesta e una raccolta firme contro il processo breve.

La prima manifestazione si terrà il 28 gennaio alle 10 nel piazzale antistante il Teatro Comunale dell’Aquila (distrutto dal sisma) dove si terrà l’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani, e il secondo il 30 gennaio all’Auditorium, dove per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2010 sarà presente anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano.

«Se il disegno di legge sul processo breve venisse approvato – si legge in una nota della presidente del comitato Antonietta Centofanti – molti processi verrebbero falcidiati. Non solo quelli riguardanti il premier, ma anche quelli ad esempio inerenti i crac Parmalat e Cirio, la scalata alla Banca Antonveneta, le morti bianche alla Thyssen Krupp, le vittime della clinica Santa Rita di Milano e per quelle dell’incidente ferroviario di Viareggio».

«La stessa sorte – prosegue – avranno le complesse inchieste in corso di svolgimento all’Aquila, come quelle per il crollo della casa dello Studente e del Convitto, ma anche per i crolli di altri palazzi, tomba di decine e decine di persone rispetto ai quali devono prendere il via le inchieste».

I processi avviati per omicidio e disastro colposo, che prevedono una pena fino a dieci anni, in base alla nuova legge dovrebbero arrivare a conclusione entro sei anni.

«In questo modo i procedimenti rientrerebbero nel processo breve – prosegue la Centofanti – e sarebbero destinati a perdersi per strada. Il risultato? Resterebbero impuniti i colpevoli e coloro che sono stati colpiti da lutti strazianti non avrebbero giustizia».

«E’ di queste settimane – aggiunge – la notizia di un provvedimento del ministro Alfano circa i tagli al personale giudiziario che andranno ad interessare in maniera rilevante anche il tribunale dell’Aquila. Che senso ha una scelta del genere specie per quanto riguarda la procura aquilana che sta affrontando con grande spirito di sacrificio una enorme mole di lavoro in un contesto di assoluta criticità? Chiediamo a tutti coloro che nel nostro Paese hanno a cuore la giustizia di mobilitarsi e di essere al nostro fianco e delle vittime affinchè sia evitata quella che l’Associazione Nazionale magistrati definisce una tragedia per il diritto».

Ma nell’intricato parterre di vicende politiche e giudiziarie abruzzesi la legge sul processo breve andrebbe ad inficiare anche le sorti dei procedimenti penali in corso di Sanitopoli, (ad esempio quelli a carico di Del Turco e Aracu per concussione dovrebbero in base alle nuove disposizioni svolgersi entro tre anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio), o di Housework, inerente la corruzione al Comune di Pescara e in cui è implicato anche l’ex sindaco D’Alfonso, o le vicende relative alla discarica di Bussi o al caso Fira, che coinvolge 123 indagati.

Considerando la tempistica necessaria per espletare le numerose e spesso complesse fasi processuali, come ad esempio per ascoltare tutte le parti in causa o per verbalizzare le migliaia di intercettazioni ambientali e telefoniche, è ovvio che la maggior parte dei processi in questione non si riuscirebbe a rispettare i tempi previsti, essendo quindi destinata ad estinguersi prima di giungere alla formulazione della sentenza di primo grado.