SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdi 22 presso il teatro parrocchiale della chiesa di San Filippo Neri si è svolto il secondo incontro con i cittadini dei quartieri a nord del torrente Acquachiara mentre il giorno prima si è tenuto quello con i residenti della zona sud.

Questi incontri hanno lo scopo di fare chiarezza e quindi informare i cittadini non solo su cosa sia questo Piano comunale per la dislocazione delle antenne per la telefonia mobile ma soprattutto in cosa consiste l’inquinamento elettromagnetico e quali sono i valori massimi di riferimento.
C’è subito da precisare che gli studi sui reali effetti dell’esposizione all’inquinamento elettromagnetico sono tutt’ora molto controversi e quindi sembra difficile stabilire con certezza l’entità del problema; ciò che sappiamo con certezza invece è che l’installazione di queste antenne è regolamentata dallo Stato, legge Quadro del 2001, ed è proprio quest’ultimo ad aver stabilito, attraverso degli studi specifici, i valori massimi di esposizione (6 V/m per un’esposizione oltre le 4 ore) e di conseguenza i Comuni non possono in alcun modo opporsi alle installazioni ma soltanto decidere, in accordo con i gestori, i migliori siti in cui dislocare le antenne.
A questo proposito il Comune di San Benedetto ha deciso, come già il Comune di Grottammare e molti altri in tutta italia, di servirsi di un “Piano di programmazione per l’installazione di stazioni radio base per la telefonia mobile”. La compagnia incaricata di redigere il piano è la Polab che ha già elaborato più di 300 lavori in Italia e che lavora non con i privati ma esclusivamente con le amministrazioni comunali.
Grazie al piano il Comune decide, in base alle misurazioni e ai calcoli effettuati dalla Polab (calcoli basati su un’ipotesi peggiore e remota, cioè che le antenne lavorino 24 ore al giorno alla massima potenza), in quali aree c’è il minor impatto ambientale e quindi dove posizionare le nuove antenne.
Tutto questo ha anche un altro obiettivo, quello di evitare un piazzamento indiscriminato delle antenne, guidato solo dall’interesse di qualche privato ad affittare il proprio tetto al gestore e quindi a trarne profitto. Il Piano infatti può stabilire che le nuove installazioni avvengano sui tetti di edifici di proprietà comunale, in modo che i proventi dell’affitto versati dai gestori finiscano nelle casse pubbliche.
Importante inoltre è sapere che, ed è stato ampiamente ripetuto, le antenne più vicine sprigionano dai cellulari o altri apparecchi simili una minore potenza per la ricezione del segnale e quindi meno inquinamento elettromagnetico, al contrario invece, più ci si allontana (il classico cellulare che ha solo una tacca) e più la potenza generata per ricevere il segnale aumenta.
Inoltre bisogna sapere che nella stanza di un normale ragazzo, figlio dell’era moderna-tecnologica, e quindi completa di PC, cellulare, TV, lettore DVD o videocassette, radio-stereo, ci sono ben 40 V/m di inquinamento elettromagnetico quando il massimo è 6 V/m, e il solo cellulare con una tacca magari acceso tutta la notte sul comodino sprigiona fino a 70 V/m, quando l’antenna alla casa di fianco arriva al massimo a 0.20 V/m (valore rilevato solo nel 10% dei casi e comunque già di per sè molto basso).
Tutto questo, hanno sottolineato i relatori, per ribadire che l’ignoranza e il sospetto sono spesso la peggiore tara per un individuo che si preoccupa per la grande e orrenda antenna sopra la casa non sapendo che dentro la camera del figlio o del nipote (visti gli anziani inferociti presenti all’assemblea) c’è una specie di centrale elettromagnetica.
Tra gli interventi e i dubbi dei cittadini presenti sono emerse appunto preoccupazioni sulla reale pericolosità o scetticismi sul corretto e “pulito” rilevamento dei dati e dei valori, ma c’è anche chi ha trovato lodevole che finalmente il Comune dopo 10 anni di attesa avesse deciso di dotarsi di questo Piano che, ricordiamo, non è obbligatorio ma viene fatto solo a discrezione dei singoli Comuni.
L’Arpam stessa, ente prettamente pubblico, ha fornito dati (il 60% delle misurazioni non superano i 0.2 V/m), rilevazioni e soprattutto delucidazioni su tutta la questione in maniera dettagliata. Una copia del fascicolo contenente gli studi su ogni singola casa presa in considerazione può essere ritirata gratuitamente in Comune anche in formato CD.