ANCONA – «La terra trema ancora nelle Marche, ma non è una maledizione. La nostra regione, infatti, è storicamente interessata da una diffusa e frequente attività sismica, che assume caratteristiche ed intensità differenti da zona a zona, attività che è stata registrata negli anni, studiata e catalogata».

Enrico Gennari, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, cerca di spiegare che il terremoto non è un evento legato alla superstizione o ad incidenti casuali della natura ma è un fenomeno i cui effetti possono, e devono, essere prevenuti.

«Se il terremoto non si può prevedere – afferma – almeno allo stato attuale delle conoscenze, si ha l’obbligo morale di prevenire, dove prevenire significa salvare case e vite umane, che l’Ordine dei Geologi delle Marche ribadisce che, per una reale riduzione del rischio sismico, occorrono puntuali indagini geologiche e geofisiche di microzonazione sismica».

Con questo fine, l’Ordine dei Geologi si è messo a disposizione della Regione Marche elaborando apposite linee guida, raccolte nella “Proposta dei criteri e degli indirizzi per gli studi di Microzonazione sismica della Regione Marche”, ampiamente discusse ed esaminate con i funzionari competenti alla fine del 2009.

Conclude Gennari: «Ci attendiamo allora che rapidamente possano essere trasformate in un atto amministrativo, prima delle elezioni, per non vanificare il corposo lavoro preparatorio effettuato e, vista l’urgenza, prima del ripetersi di catastrofici eventi sismici sul nostro territorio».

LA SITUAZIONE NELLE MARCHE Nella nostra Regione si possono distinguere tre differenti zone sismo tettoniche: l’area della catena appenninica, caratterizzata da terremoti frequenti e con intensità medio alta; l’area pedeappenninica, caratterizzata da una blanda attività sismica, ma con carattere frequente e diffuso; l’area periadriatica, caratterizzata, invece, da un’attività sismica generalmente moderata, ma concentrata in zone maggiormente popolate.

La sequenza sismica, che ha interessato nei mesi di settembre ottobre 2009 e primi giorni del 2010 dal 10 al 15 gennaio la zona dell’Ascolano e del Fermano con magnitudo massime di 3,9 e 4,1 Richter ricade anch’essa in un’area ben conosciuta dal punto di vista sismico e dove i terremoti si sono verificati nel passato con effetti analoghi.

È proprio perchè si è in possesso di queste conoscenze che si deve evitare che tali eventi naturali, per di più storicamente tipici del nostro territorio, sortiscano effetti disastrosi, con danneggiamenti più o meno gravi dei fabbricati o, peggio, con perdite di vite umane.