SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Esce dal suo silenzio pubblico e lancia due bordate a Felicetti e a Giovanni Gaspari. Delle critiche che Domenico Martinelli rivolge al consigliere repubblicano potete leggere qui, del giudizio sulla situazione politico amministrativa invece riportiamo le affermazioni fatte sempre giovedì, sempre a margine della sua prima conferenza stampa dopo anni.

La domanda è semplice: lei, Martinelli, cosa farebbe se si trovasse nelle condizioni politiche del Gaspari versione 2010?

«Mi dimetterei, l’avrei fatto già da un pezzo. Credo onestamente che Gaspari si debba dimettere, ma forse non tutti hanno il coraggio che ho avuto io, nel 2005».

Perchè si dovrebbe dimettere?

«Non ha più la sua maggioranza, si dimetta per mantenere una migliore dignità politica. Ci sono tre consiglieri della sua maggioranza che non ne vogliono più sapere del suo governo (Libero Cipolloni, Nazzareno Menzietti e Mario Narcisi, ndr), c’è Rifondazione che con Primavera da tempo non lo sostiene più. La giunta Gaspari si tiene a galla con quelli che definirei mezzucci politici. Ripeto, si dimetta. Tanto non farà nulla nei prossimi mesi del suo mandato, così come non ha fatto nulla finora».

Martinelli cita poi due suoi “pallini” politici, come il lungomare da completare e la piazza San Pio X che non c’è ancora ma che ci sarebbe potuta essere. Almeno stando a quanto dice l’ex sindaco: «A San Pio X posso ben dire che se Gaspari avesse seguito la strada dell’esproprio tracciata da noi, ora probabilmente avremmo la piazza. Invece ha preferito fare un accordo con i proprietari dei terreni, ma ancora non si vede nulla».

Una cosa è certa. L’amministrazione Gaspari vede il completarsi di progetti voluti da Martinelli, come i due project financing per il completamento del Palacongressi e il restauro del palazzo comunale di via Turati.

E Martinelli è caustico su questo aspetto: «Per il resto l’amministrazione Gaspari si è dedicata all’ordinaria manutenzione della città. Meritevole, certo, ma basterebbero gli uffici comunali per eseguirla. Mica serve un sindaco».

Dottor Martinelli, a prescindere dal giudizio che si può avere sull’amministrazione Gaspari, comunque ci sono alcuni in città che stanno rivalutando il suo operato.

«Sono contento, meglio che mi rivalutino da vivo che da morto, come si usa di solito (ride)».

Comunque, possiamo dire che la voglia di fare politica le è passata definitivamente? Oppure le viene voglia di ributtarsi nella mischia? Questa “riabilitazione”, per sua fortuna non postuma, la invoglia a riproporsi all’elettorato cittadino, magari nel 2011?

«Assolutamente no, escludo di tornare in politica. Vede, io nel 2006 mi sono dimesso da consigliere comunale d’opposizione perchè non sarei riuscito a seguire l’attività politica del Comune. Ero appena tornato a svolgere la professione medica che avevo sospeso durante il mandato da sindaco. Una cosa mi piace farla bene o non farla affatto. Così nel 2006 scelsi di fare il medico e mi dimisi, lasciando il posto a Felicetti. Anche oggi comunque escludo di tornare alla politica».

Martinelli calca l’accento su quella parola, “oggi”. La nostra interpretazione è che quell’accento stia quasi a voler dire: domani? Chissà.

ALCUNE PRECISAZIONI DI ANTONIO FELICETTI

-La composizione di un GRUPPO CONSILIARE è normata dal Reg. C. Comunale; non esiste un “padrone” della lista!
-Il PATTO sottoscritto dalla lista con i cittadini, depositato in Comune, non prevede l’impegno ,in caso di sconfitta, per adoperarsi a consegnare la MIA CITTA’ ad un commissario esterno. Ci sono sempre stati politici IRRESPONSABILI che hanno bloccato l’attività amministrativa per posizioni ideologiche o peggio ancora per risentimenti. Il dott. Martinelli ha sperimentato direttamente che io non sono tra quelli: mi dimisi da Assessore per salvare la sua Amministrazione.
-Il PRG-MARTINELLI (2002), bocciato dalla sua maggioranza(2005), oggi superato strategicamente (2.000.000 Mc di volume) è AZZERATO dalla nuova situazione normativa: adozione PTC(2007), obbligo della VAS(2008), manca nuova L. Regionale, nota sentenza Consiglio di Stato sulla “perequazione”
-Mio voto su un “Bilancio di lacrime e sangue”, per la drammatica crisi economica, che ha colpito pesantemente anche la nostra città è motivato dall’accettazione dei miei 8 EMENDAMENTI. La mia ex maggioranza non si è “mai degnata” neanche di leggere i miei documenti presentati per il bilancio.
-La città NON CONOSCE LA VOSTRA PROPOSTA PER NON PERDERE GLI OLTRE 10 MILIONI DI € della Fondazione! NELLE ISTITUZIONI CI SI STA PER IL PAESE E NON CONTRO QUALCUNO.

Antonio Felicetti