SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Con il decreto 580 del 28 dicembre scorso, la Regione Marche ha messo a disposizione dei finanziamenti per la qualificazione dell’offerta turistica regionale, pubblicando il bando delle varie tipologie di strutture ricettive che riceveranno un contributo una tantum derivante da uno stanziamento totale di un milione e 355mila euro.

Nazzareno Torquati, imprenditore e già assessore comunale a San Benedetto negli anni ’90 nella giunta Perazzoli, fa però notare: «Nei primi ed unici dieci alberghi ammessi al finanziamento, quattro sono di Senigallia, due di Gabicce e gli altri sparsi tutti al nord delle Marche. Nei cento che hanno presentato la richiesta di finanziamento cinque sono di San Benedetto, tre di Cupra, due di Grottammare, uno ciascuno per Ripa, Ascoli Piceno e Colli del Tronto, per un totale di 13 strutture alberghiere, il 13% del totale senza portare a casa niente».

«Viene spontaneo chiedersi – dice Torquati – siamo così somari da non saper intercettare nemmeno un centesimo di finanziamento? Oppure c’è un marasma di fondo che non ci permette di essere interlocutori attendibili e pertanto siamo continuamente trattati a schiaffi in bocca? Questo non accade solo per il settore turistico ma anche negli altri settori economici».

Non solo turismo, l’anomalia picena secondo l’imprenditore si manifesta anche in altri settori, come l’agroindustria: «Quando furono fatti i distretti industriali a noi toccò quello agro industriale, ci hanno dato una macchina senza il volante e mentre i distretti del pesarese, dell’anconetano e del fermano si sono ben attrezzati in sinergia con gli Enti locali e le Camere di Commercio, il nostro non è mai decollato ed è stato sottoposto ad una bufera tale che ha portato alla chiusura di molte aziende e a non intercettare finanziamenti da oltre un decennio. Così negli altri settori dal commercio alle costruzioni, dall’ artigianato ai servizi».

«Se andiamo a fare un bilancio – prosegue Torquati – fra quanto abbiamo dato come comunità e quanto abbiamo ripreso il bilancio è nettamente negativo e se ancora teniamo il sistema è perché esiste un forte spirito di sacrificio che ci fa superare ostacoli inimmaginabili».

Conclude poi riferendosi ad una recente idea lanciata sul nostro giornale: «Più che di un aeroporto avremmo bisogno di metterci intorno ad un tavolo e ridefinire il futuro della città e del territorio di riferimento avendo come obiettivo principale l’ambiente e la sostenibilità delle risorse che già sono e saranno la vera ricchezza del domani».