SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Più che una amministrazione comunale, quella che abbiamo di fronte sembra piuttosto un corriere degli annunci». Impietoso il giudizio di Pasqualino Piunti sul 2009 del Comune di San Benedetto. La giunta guidata da Giovanni Gaspari, secondo il Popolo della Libertà, è «legittima ma abusiva, in quanto non gode più del sostegno della coalizione uscita dalle urne nel 2009».
Stesso punto di vista per l’altro assessore provinciale militante nell’opposizione in consiglio comunale, Bruno Gabrielli: «Ci sono evidenti spaccature fra i consiglieri e la giunta, come nel caso dell’assessore Settimio Capriotti e del consigliere di Rifondazione Daniele Primavera, compagni di partito che si trovano uno in maggioranza e uno invece all’opposizione. O nel caso dell’assessore Sestri e del dissidente consigliere Narcisi. Per non parlare degli ex Margherita Menzietti e Cipolloni che criticano a chiare lettere il bilancio di previsione dell’assessore Di Francesco, un ex loro collega di partito».
L’atto di indirizzo approvato pochi giorni fa in consiglio comunale, per Gabrielli, sarebbe né più né meno una riedizione dei vecchi Prusst dell’amministrazione Perazzoli. Oltre che una rinuncia di fatto all’elaborazione di un nuovo Prg. E a proposito dell’ultimo consiglio comunale e della querelle con la presidente del consiglio Giulietta Capriotti in merito all’orario d’inizio, la minoranza sta presentando un esposto in Prefettura per protestare.
Andrea Assenti, da parte sua, parla di un 2009 «deludente e immobile, con figuracce come quella fatta sul Ballarin, troppe consulenze esterne a nostro giudizio infruttuose come quella dell’architetto Zazio per l’urbanistica e quella di Giovanni Xilo per la riorganizzazione del personale comunale».
Piunti aggiunge sarcasmo alla tradizionale conferenza di fine anno, parlando di «conferenza di fine legislatura».
Rispolvera il programma elettorale della coalizione di Gaspari del 2006, e sostiene che l’unico punto effettivamente realizzato sia l’elezione del consigliere comunale aggiunto per gli immigrati.
«Si fa presto a criticare, e allora voglio dire cosa avremmo fatto noi in tre anni e mezzo».

Sentiamo cosa dice Piunti: «Avremmo continuato la riqualificazione del lungomare, senza inventarci mosse astruse come i parcheggi a pagamento, all’inizio spacciati come sistema di finanziamento e poi derubricati a incentivo per la mobilità alternativa, ma solo quando hanno compreso che un anno di incassi avrebbe finanziato solo qualche metro di lavori. Avremmo scelto la bretella invece che una futuristica metropolitana di superficie, avremmo dato impulso al porto turistico invece che farci la cassa di colmata, avremmo evitato di perdere Miss Italia o quantomeno l’avremmo sostituita con qualcosa del genere».
E sull’urbanistica: «Avremmo portato avanti il piano regolatore, avremmo già realizzato piazza San Pio X seguendo la nostra idea di esproprio, bloccata da Gaspari. Avremmo contenuto gli sprechi delle consulenze dirottando quei fondi nel sociale, non avremmo abbandonato le periferie come invece lamentano i comitati di quartiere. Non avremmo dato seguito ad assunzioni politiche in Comune, non avremmo annunciato porti canale sull’Albula o tunnel in via San Giacomo».