SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sul taglio delle fermate Trenitalia a San Benedetto annuncia battaglia, e presenta un’interrogazione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Luciano Agostini, offidano, parlamentare del Partito Democratico, alle recenti scelte di Trenitalia non ci sta. «La Provincia di Ascoli è al primo posto nelle Marche per gli arrivi e le presenze turistiche, secondo l’Istat rispettivamente 552.457 e 4.728.018. E San Benedetto è il primo Comune turistico delle Marche. Ora, che coerenza c’è con il taglio delle fermate di due importanti coppie di treni?», chiede Agostini al Governo.
Anche Paolo Perazzoli, segretario regionale di Confesercenti e candidato del Pd alle regionali di marzo, vuole far sentire la sua voce, pur se grazie a una paradossale disavventura proprio a bordo di un treno non ha potuto partecipare alla manifestazione di protesta indetta dalla Regione presso la stazione ferroviaria di Ancona.
Rabbia e delusione anche da Gabriele Di Emidio, presidente Assoalbergatori di San Benedetto, e dall’ex assessore provinciale ai Trasporti Ubaldo Maroni. Una città baricentrica fra Ancona e Pescara merita più fermate dei treni a lunga percorrenza, sostengono tutti. Ora ci si attende una prova di forza della Regione Marche nell’ambito della discussione del nuovo contratto di servizio con Trenitalia. Ma da Ancona possono contare qualcosa per quanto riguarda le linee regionali. Per gli Eurostar, il partner di Trenitalia è il Governo.
«Mi aspetto che il ministro Mattioli risponderà sostenendo che un’azienda privata come Trenitalia ha le sue esigenze – dice Agostini – e che il cambio degli orari dipende dalla riorganizzazione per il servizio ferroviario di alta velocità. Dal quale pare che le Marche siano tagliate fuori, così come il corridoio adriatico, una volta di più. Piove sul bagnato, in un Piceno escluso pure dalla terza corsia autostradale, e sarà sempre peggio se Matteoli non fa una pressione forte nell’ambito del rinnovo del contratto di servizio».
La battaglia è condivisibile. Da una parte si incentivano forme di mobilità alternativa. Poi i pendolari e gli studenti vedono i prezzi dei biglietti ferroviari aumentare e molte corse sparire.
Agostini accusa il Governo di incoerenza e chiede al Ministero dei Trasporti quali iniziative strategiche intenda seguire per lo sviluppo della mobilità stradale e ferroviaria dei territori adriatici. E, ovviamente, chiede di agire nei confronti di Trenitalia e Rfi per il ripristino delle fermate soppresse e per l’ammodernamento della rete ferroviaria.
E l’assessore Settimio Capriotti si chiede: dove andremo a finire, con questi chiari di luna, relativamente al progetto di autostazione, intercambio ferro-gomma, sistemi di mobilità alternativa, metropolitana di superficie?