MONTEPRANDONE – Nei giorni scorsi tutte le famiglie di Monteprandone hanno trovato fra la loro posta alcune lettere anonime nelle quali si faceva riferimento ad un presunto pericolo ambientale per i cittadini dovuto all’attività dell’azienda Picena Zinc che opera nel settore della zincatura a caldo.

Le lettere, inviate anche al Comune di Monteprandone e all’Arpam, hanno diffuso non poco allarmismo fra i cittadini, desiderosi di sapere quanto di vero vi fosse dietro quel messaggio.
Il Comune di Monteprandone, afferma l’ufficio stampa, si è attivato immediatamente per far luce sulla questione, pretendendo un incontro con i rappresentanti dell’azienda. E ora dopo le verifiche del caso tranquillizza la città: nessun pericolo
La Picena Zinc, attraverso il suo legale rappresentante Lorenzo Rossi, fa sapere che «le missive diffamatorie, sono state inviate da un soggetto probabilmente riconducibile alla concorrenza che ha interesse a colpire l’immagine della Picena Zinc srl».

L’autore delle lettere, continua Rossi «sarebbe un soggetto non residente in provincia di Ascoli, che ha inviato contemporaneamente lettere del tutto identiche ai cittadini, autorità ed enti di altre località e province ove hanno sede gli stabilimenti appartenenti allo stesso gruppo».

La Picena Zinc a tal proposito ha trasmesso al Comune di Monteprandone le lettere inviate in altre parti d’Italia, che effettivamente sembrano provenire tutte dallo stesso autore e che sono state scritte con le medesime modalità.

L’azienda inoltre ha allegato l’Autorizzazione integrata Ambientale rilasciata dalla Regione Marche nel 2006: secondo quanto disposto da questo documento, oltre ai controlli delle autorità competenti, la ditta è tenuta a monitorare gli impianti secondo determinate modalità e frequenze.

Per tranquillizzare tutti i cittadini e dimostrare che il contenuto delle lettere è privo di qualsiasi fondamento la Picena Zinc fa sapere che «ogni anno i risultati dei monitoraggi effettuati, vengono comunicati dalla ditta alla Regione, al Comune e all’Arpam». L’ultima comunicazione, relativa ai monitoraggi effettuati nell’anno 2008 ed inviata a maggio 2009, attesta ancora una volta che l’esercizio dell’impianto risulta conforme a tutte le condizioni prescritte nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Non ci sarebbe nessun pericolo ambientale quindi ma solo una concorrenza sleale e diffamatoria. «L’autore delle missive sarà individuato – scrivono dalla Picena Zinc – e verrà presto perseguito a termini di legge per reato di diffamazione aggravata».