SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mentre da Ancona c’è la gara dello svicolo (il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca preferisce non commentare nonostante i milioni di euro in ballo ora e, chissà, nel futuro: peccato. In settimana contiamo di ascoltare l’assessore regionale Gianluca Carrabs, ora all’estero), nel Piceno sulla questione sabbia scura la polemica si fa sempre più calda.
Mentre a Grottammare l’ultima ipotesi per evitare l’annerimento definitivo dei 650 metri a sud del Tesino con la sabbia millenaria raccolta nel fondo dell’Adriatico (dove era da quasi 20 mila anni), sembra essere quella di rispalmare sopra la sabbia dorata tipica dei lidi del sud delle Marche, un gruppo di cittadini si sta muovendo per effettuare delle campionature parallele della sabbia trasportata a Marina Parlmense da Arenaria Srl e la sabbia nativa. Analisi chimiche e granulometriche.
Dopo di che si potrebbe aprire un nuovo fronte legale e penale, oltre quello già denunciato da Legambiente in merito a Marina Parmense, che nelle intenzioni vorrebbe coinvolgere i vertici regionali con l’accusa di procurato disastro ambientale e un’altra denuncia alla Corte dei Conti. Accuse certo tutte da dimostrare ma che testimoniano il contrasto esistente in merito. Purtroppo il presidente della Regione non voglia rispondere alla stampa potendo così spiegare il merito delle scelte della Regione Marche: ma cercheremo lo stesso di ottenere alcune risposte.
La prima delle quali è questa, alla luce di quanto emerso fino ad ora: chi, quando e come si era parlato dell’eventualità che le sabbie per il ripascimento nel sud delle Marche e a Grottammare e Cupra in particolare fossero state fossili e scure? Per ora, non abbiamo ottenuto alcuna indicazione in merito, e i cittadini piceni e grottammaresi non sembrano avere memoria di questa informazione. Sicuramente Carrabs sarà dare dati certi.